
Roberto Pititto, dirigente della Squadra Mobile, traccia le linee d’azione "La lotta al piccolo spaccio e al grande traffico di droga è una priorità. Siamo molto attenti anche sul fronte di furti, rapine e truffe".
di Chiara
Caravelli
Roberto Pititto, lei è a capo della Squadra Mobile. La città anche nel 2024, nonostante abbia recuperato sei posizioni rispetto al 2023, è agli ultimi posti per la sicurezza. Bologna è una città insicura?
"I dati in nostro possesso dicono che Bologna, seppur con i problemi tipici dei grandi centri urbani, è una città sicura, peraltro animata da una forte istanza di legalità. È vero anche che alcuni episodi di criminalità diffusa generano un senso d’insicurezza nella popolazione, motivo per cui l’attenzione della polizia è massima: numerosi e continui sono i servizi attraverso cui è possibile svolgere una capillare attività di controllo di soggetti pregiudicati. Altrettanto incisiva è l’azione di repressione dei reati grazie all’attività di coordinamento svolta dalla Procura".
Lo spaccio è uno dei problemi più gravi, con diverse zone della città che sono da tempo prese di mira dai pusher. Che cosa si è fatto per contrastare il fenomeno?
"Lo spaccio rappresenta uno dei fenomeni illegali maggiormente presenti sul territorio in considerazione della diffusa richiesta dello stupefacente, nelle sue varie tipologie. L’ufficio da me diretto svolge ogni giorno un’azione mirata contro il piccolo e il grosso traffico di droga, a cui sono seguite indagini complesse concernenti associazioni a delinquere finalizzate allo spaccio. Indagini che, coordinate dalla Dda, hanno consentito nel corso degli anni di arrestare numerosi trafficanti di droga. Solo nel 2024, l’attività della Mobile ha riguardato 260 persone fra arresti in flagranza ed esecuzioni di misure cautelari. Le zone più esposte allo spaccio vengono presidiate da pattuglie in divisa, anche al fine di scoraggiare la presenza di spacciatori e aumentare la percezione di sicurezza del cittadino".
Altro tema è quello dei reati contro il patrimonio.
"La polizia è molto attenta a questo tipo di reati, in particolare ai furti in abitazione e alle truffe agli anziani. Purtroppo, le indagini a carico degli autori risultano complesse sia per gli scarsi elementi che le vittime sono in grado di offrirci ai fini dell’identificazione, sia perché spesso si ha a che fare con criminali ‘trasfertisti’. La polizia svolge costantemente una campagna d’informazione volta a fornire, in ottica preventiva, consigli ai cittadini tra cui quello di non fare assolutamente entrare in casa persone che non si conoscono. Rispetto al 2023, comunque, lo scorso anno non ha fatto registrare nella nostra provincia un aumento vertiginoso di questi reati".
Durante il 2024 ci sono state anche diverse contestazioni seguite da scontri tra forze dell’ordine e manifestanti. Basti pensare al caso delle scuole Besta o ai disordini che hanno seguito il presidio per Ramy.
"Su tali episodi, con il coordinamento della Procura, i colleghi della Digos stanno svolgendo accurate indagini, volte a identificare gli autori di tali gravi condotte che nulla hanno a che fare con il pieno e legittimo diritto di manifestare ed esprimere le proprie opinioni".
Parlando dei giovani, gli episodi di violenza sono in aumento e l’età degli autori dei reati si abbassa sempre di più. Come si interviene?
"Non ingigantirei tale problematica, quantomeno nella nostra provincia. Posso assicurare che la polizia si impegna a monitorare e intercettare il fenomeno onde evitare che possa deflagrare in condotte violente. In quest’ottica numerosi sono i controlli che svolgiamo, coordinati dalla Procura dei Minori, all’interno delle comunità che ospitano minori stranieri non accompagnati dove in varie occasioni sono state trovate armi, refurtiva varia e droga. Parallelamente, l’Anticrimine svolge ogni settimana incontri all’interno delle comunità al fine di far comprendere ai ragazzi quali siano le regole da rispettare".