ALICE PAVAROTTI
Bologna Top Ten

Minerva e le sfide dell’editoria: "Dobbiamo spingere i giovani a riscoprire il fascino della carta"

Il fondatore Roberto Mugavero conferma la crescita della storica casa delle Due Torri "Dati straordinari nel 2024, grandi soddisfazioni soprattutto dal settore sportivo" .

Il fondatore Roberto Mugavero conferma la crescita della storica casa delle Due Torri "Dati straordinari nel 2024, grandi soddisfazioni soprattutto dal settore sportivo" .

Il fondatore Roberto Mugavero conferma la crescita della storica casa delle Due Torri "Dati straordinari nel 2024, grandi soddisfazioni soprattutto dal settore sportivo" .

L’importanza dei libri e dell’editoria nella cultura di una città: secondo la classifica sulla qualità della vita pubblicata dal Sole 24 Ore, Bologna è al tredicesimo posto nella sezione "Cultura e tempo libero". La città ha perso quattro posizioni rispetto al 2023, uscendo dalla top ten, ma conserva valori significativi, che aprono le porte a riflessioni e opportunità di cambiamento.Roberto Mugavero, fondatore della casa editrice bolognese Minerva, analizza le sfide dell’editoria per il futuro, e il ruolo dei libri nella diffusione della cultura.

Secondo lei, quali sono le principali sfide del settore editoriale in Italia?

"La sfida più importante è far riscoprire ai giovani l’amore per la lettura e la scrittura. I libri raccontano storie meravigliose, ma oggi nessuno sembra riuscire a far innamorare le nuove generazioni di queste narrazioni. Noi cerchiamo di creare opere che abbiano un interesse sul mercato, puntando su idee nuove e coinvolgenti. Tuttavia, è fondamentale che le istituzioni ci supportino. Purtroppo, la promozione della cultura spesso non è una priorità politica, perché non porta voti immediati, anche se è cruciale per il futuro della società. Un tempo, persino le banche regalavano libri a Natale, per formare clienti consapevoli e pensanti. Questo spirito deve essere recuperato, perché i libri sono il cuore della nostra cultura".

Che ruolo ha il libro cartaceo nell’era digitale?

"Senza i libri di carta, l’editoria come la conosciamo non esisterebbe. Affidarsi esclusivamente agli eBook non è sostenibile: i margini di guadagno sono troppo bassi e difficili da verificare. Anche con dispositivi come Kindle, che offrono una qualità di lettura simile a quella del libro cartaceo, il concetto resta lo stesso: acquistando un libro su Kindle, il costo per l’utente è inferiore, ma alla casa editrice viene restituita solo una percentuale per ogni download, spesso complessa da monitorare".

Secondo lei, il mercato dei libri è in crisi?

"Credo che sia ancora un mercato molto importante, ma è vero che, a livello nazionale, nel 2024, si sono vendute 2 milioni e mezzo di copie in meno rispetto all’anno precedente, con una flessione dell’1,5%. Tuttavia, noi di Minerva siamo ben oltre la media nazionale: nello stesso periodo siamo cresciuti del 36%. Questo è un risultato straordinario. Pochissime case editrici italiane possono vantare una crescita a doppia cifra e noi abbiamo raggiunto addirittura il +36%. Oggi siamo tra le prime 150 case editrici italiane, un traguardo che ci rende orgogliosi, soprattutto perché la nostra sede è a Bologna, e non a Milano o Roma, tradizionali capitali dell’editoria".

C’è un genere di libri che Minerva vende di più?

"Siamo tra le prime dieci case editrici italiane nell’editoria sportiva. Questo settore ci ha dato grandi soddisfazioni anche a livello internazionale: curiamo ogni libro con passione e attenzione ai dettagli. Lo sport, inoltre, è un modo per avvicinare i giovani alla lettura: la passione per una squadra o una disciplina può diventare un ponte verso i libri. Abbiamo anche una collana dedicata alle storie locali, i ’Fatterelli bolognesi’. Con oltre 30 titoli, raccontiamo ai bambini la storia e le curiosità della nostra città. Questa serie sta piacendo molto nelle scuole, contribuendo a far scoprire ai più piccoli il piacere della lettura e l’amore per il territorio".

La classifica del Sole24 ore ha registrato, a Bologna, un calo del -4,3% di librerie rispetto al 2023, significa che alcune hanno chiuso. Questo trend potrebbe proseguire?

"Temo di sì, se non si interviene per modernizzare le librerie. Un problema cruciale è la mancanza di reperibilità immediata: se un libro non è disponibile, non c’è un sistema che permetta di ordinarlo e riceverlo rapidamente, come avviene nelle farmacie per i farmaci mancanti per esempio. Amazon, invece, garantisce un assortimento costante e un servizio rapido, che riduce la frustrazione dei clienti. A Bologna, il problema è aggravato dalla difficoltà di accesso al centro, tra costi elevati e i disagi causati dai lavori per il tram e i blocchi temporanei di alcune aree. Le librerie devono strutturarsi meglio per restare competitive. Non è possibile tenere in magazzino tutti gli 80.000 nuovi libri pubblicati ogni anno, ma migliorare la logistica e garantire tempi rapidi per riassortire i titoli mancanti è essenziale. Così facendo, le librerie potrebbero tornare a svolgere un ruolo centrale e attrarre nuovi lettori".