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L’appello di Confesercenti: "C’è bisogno di dialogo. Stop all’intransigenza"

Il presidente provinciale Massimo Zucchini traccia il bilancio del 2024 "Una città che si incontra poco e litiga molto, serve un cambio di passo". I negozi online tra le maggiori preoccupazioni degli ’addetti ai lavori’.

Massimo Zucchini, presidente provinciale. di Confesercenti

Massimo Zucchini, presidente provinciale. di Confesercenti

"C’è bisogno di trovare punti di incontro e di condivisione sulle questioni più cogenti e importanti della città. Temi come Città 30, Tram, Allagamenti e Garisenda, dehors e sicurezza potevano diventare momenti unificanti per la città. Invece, si sono risolti in una contrapposizione che, a lungo andare, rischia di minare il tessuto civile e democratico sotto le Due Torri. Nel 2024 Bologna si è presentata come una città dove ci si incontra poco e si litiga molto".

Commento severo quello sfoderato da Massimo Zucchini (nella foto), presidente provinciale di Confesercenti Bologna, davanti ai dati dell’indagine "Qualità della vita 2024" con cui Il Sole 24 Ore ogni anno fa la classifica dei territori più vivibili nella penisola italiana. Molto deluso Zucchini per l’arretramento di Bologna che, dal secondo posto che deteneva nel 2023, in un solo anno è passata al nono. "Purtroppo – aggiunge – questi sono gli umori che i commercianti percepiscono in città".

Quali i problemi più scottanti? "Quelli registrati nelle altre città sono gli stessi che ritroviamo nella nostra. Sono problemi nazionali, ormai. Ma a Bologna hanno inciso in modo maggiore. E questo lo vediamo andando a spulciare gli indici dell’indagine Sole 24 Ore che ci vedono arretrare sempre di più".

Una radiografia impietosa?

"I settori produttivi sono in crisi e il turismo, per quanto cresciuto, rimane ancora a livelli marginali. Il commercio di vicinato subisce riduzioni sempre più drastiche, segnato dalle continue chiusure dei negozi. E quelli che dovevano essere i fiori all’occhiello di Bologna (Cultura e Sanità in primo luogo) nel 2024 hanno mostrato un andamento a dir poco insoddisfacente. Passare dal 103° posto al 99° sulla Sicurezza non è un miglioramento. Siamo sempre a fondo classifica".

Cosa lamentano i commercianti bolognesi?

"L’intransigenza delle scelte categoriche dell’Amministrazione. La sensazione diffusa che le strategie e le scelte vengano effettuate senza sapere e capire quali risvolti avranno nella vita quotidiana dei cittadini. Come, d’altra parte, molti problemi non vengono neanche presi in considerazione. Questo si sta traducendo in un’avversione dei bolognesi al manicheismo di chi amministra e alla divisione e lo scontro generato su ogni questione, piccola o grande che sia. I commercianti chiedono più dialogo, più confronto sui temi che interessano chi vive e, soprattutto, lavora sotto le Due Torri. Quindi, più coinvolgimento delle persone, delle associazioni di categoria e delle forze sane del tessuto sociale e culturale della città".

Commercio e turismo: stato attuale e rilancio in città e provincia?

"In attesa dei grandi sconvolgimenti annunciati dall’Intelligenza artificiale, continua il trend negativo del commercio di vicinato e di quello in sede fissa che non riescono a trovare una quadra nei confronti del commercio online, ormai diventato invadente in tutte le famiglie. E anche se il turismo, che a Bologna era inesistente, sta dando buoni risultati, è ancora lontano anni luce rispetto ad altre città turistiche italiane. L’esperienza di Fico ci ha fatto capire che le grandi superfici non sono la soluzione in termini turistici. Ancora oggi la stessa Fiera di Bologna si sta rivelando molto importante per il commercio e il turismo in città, assieme al polo tecnologico. Eccezionali le performances dell’aeroporto Marconi, anche dopo il Covid che, con la stazione centrale, fa di Bologna un polo strategico per i trasporti e la logistica. È importante continuare con gli investimenti su questi comparti cruciali per il futuro dell’economia bolognese".