L’anno che abbiamo alle spalle si è chiusto con grandi cambiamenti, legati all’organizzazione della sanità pubblica anche nel Bolognese, segnati da una grave emergenza: quella dei fuga dei medici dal settore pubblico, per andare verso quello privato o addirittura cambiare professione.
"Il 2024 ha segnato un anno di profondi cambiamenti per la Medicina Territoriale, con un impatto significativo sulle cure primarie e sull’emergenza-urgenza. Questi due settori condividono un destino comune: la fuga del personale, esasperato da anni di gestione dirigista e anacronistica, che impone regole scollegate dalla realtà operativa, ignorando le segnalazioni dei medici e compromettendo la qualità dell’assistenza – dichiara Roberto Pieralli, presidente regionale dello Snami, il Sindacato nazionale autonomo medici italiani.
"Le riforme attuate lo scorso anno, come l’apertura dei Cau e il nuovo Accordo collettivo nazionale per i medici di medicina generale, non sono considerate dallo Snami né condivisibili né incoraggianti per il futuro – afferma il sindacalista –. Si sono sovrapposti due livelli di governance: quello regionale, con un approccio spesso ideologico, e quello nazionale, distante dai problemi quotidiani dei territori. Queste dinamiche hanno creato un sistema sempre più ingovernabile, con i Centri assistena urgenza già oggetto di revisione per la loro inefficacia nel rispondere alle necessità dell’emergenza-urgenza, come del resto noi avevamo previsto e dichiarato".
"La Regione Emilia-Romagna ha perseguito una pianificazione discutibile, ritenendo erroneamente i medici di famiglia la causa delle criticità nei Pronto soccorso – fa notare Pieralli –, mentre il vero nodo critico rimane la gestione complessiva delle strutture d’emergenza. Sul fronte nazionale, con dodici anni di ritardo, è stata attuata la legge Balduzzi del 2012, sostenuta da un altro sindacato, che introduce il cosiddetto ’Ruolo Unico’ per i medici di medicina generale. Questa riforma, prevista dal 2025, obbliga i nuovi medici di famiglia a un impegno su più fronti, tra assistenza ai pazienti e turni diurni, notturni e festivi, senza una chiara definizione delle mansioni".
Questa situazione ha portato a qualcosa che, secondo il presidente dello Snami, è già visibile: "Il risultato di questo assetto organizzativo confuso è già evidente: un crescente disinteresse dei giovani per la medicina di famiglia, scoraggiati da condizioni contrattuali insostenibili. Nessun medico motivato accetterebbe un futuro professionale così incerto e gravoso. In sintesi, il 2024 ha rappresentato un anno di svolta, ma purtroppo nella direzione sbagliata, aggravando le criticità esistenti anziché risolverle".
La speranza è che l’anno appena iniziato porti con sé almeno l’avvio della risoluzione di alcuni dei problemi che affliggono anche il sistema sanitario del Bolognese (vedi i Cau, ma anche la fuga dei medici dalla sanità pubblica).
m.ras.