
Non solo torri e tortellini. C’è un’altra eccellenza per cui Bologna è conosciuta in tutto il mondo, fin dai primi...
Non solo torri e tortellini. C’è un’altra eccellenza per cui Bologna è conosciuta in tutto il mondo, fin dai primi anni del secolo scorso, quando la città con i suoi teatri e cafè chantant sfornava musica e musicisti, che avevano bisogno di strumenti e artigiani che li sapessero realizzare. Si consolida in quegli anni la scuola bolognese di liuteria nata nella seconda metà dell’800 grazie a Raffaele Fiorini, una tradizione che ha sfornato generazioni di artigiani e oggi rivive nelle botteghe ancora aperte in città e provincia.
Botteghe che in alcuni casi hanno ottenuto, con il supporto di Cna, il riconoscimento di Denominazione comunale: sono stati iscritti nel registro di Palazzo D’Accursio i liutai Ezia Di Labio, Roberto Ragazzi, Bruno Stefanini e Alessandro Urso. Stesso ‘bollino’ anche per il Museo civico di Medicina con il laboratorio del maestro liutaio Ansaldo Poggi e la Scuola di artigianato artistico centopievese. "Con questa De.Co torniamo alla musica, arte importante che caratterizza e accompagna non solo la storia di Bologna e dei comuni metropolitani, ma che proietta con slancio il futuro delle nostre comunità", ha sottolineato Debora Badiali, sindaca di Budrio. "La liuteria rappresenta un fiore all’occhiello per Cna, che associa una quindicina di costruttori di strumenti musicali. Il nostro impegno è che questo mestiere e questa tradizione vengano trasmessi alle nuove generazioni", ha concluso Andrea Bargiacchi, responsabile di area di Cna.