Cesena, gli americani che parlano romagnolo. Dal ’Dai burdel’ ai cori sotto la curva

Mai prima d’ora il Cavalluccio aveva avuto vertici che non gravitassero nel territorio. Investimenti e scelte giuste: così è arrivata la B

Cesena, gli americani che parlano romagnolo. Dal ’Dai burdel’  ai cori sotto la curva

Cesena, gli americani che parlano romagnolo. Dal ’Dai burdel’ ai cori sotto la curva

Si era partiti con la sciarpa bianconera condivisa in sala stampa insieme a Corrado Augusto Patrignani e a Michele Manuzzi. E con le firme, ovviamente. Quelle che il 20 dicembre 2021 formalizzando l’acquisto del primo 60% delle quote del Cesena Calcio: un milione e 800.000 euro che valevano la maggioranza del Cavalluccio.

E allora si era tutti lì a guardare questa coppia di statunitensi,John Aiello e Robert Lewis (Lewis ha salutato il gruppo la scorsa estate, mentre il sodalizio guidato dalla famiglia Aiello si allargava a un crescente numero di soci) che si presentò dicendo di voler unire la cultura sportiva americana alla passione romagnola.

Si stava a guardare, mentre il Cavalluccio tentava l’assalto al piano superiore. Finì il 12 maggio 2022, in casa contro il Monopoli. Finì male, al primo turno dei playoff.

Ma il tempo passa, l’acqua corre e il cuore dimentica. Molto, ma non tutto, perché il tempo cura le ferite, ma non sbiadisce i sogni. Addio a Viali, ci si riprova con Toscano. Siamo alle porte dell’estate 2023, si parte dal secondo posto della stagione regolare. E si sbatte contro il Lecco, questa volta in semifinale, per giunta ai rigori. Cambia la formula, non il risultato.

Durante i torridi mesi estivi in città non si sussurra, si trema: "Dov’è la dirigenza? Perché nessuno parla, perché nessuno si vede?".

I vertici del club vivono e lavorano dall’altra parte dell’oceano, ma non dimenticano la Romagna. E i suoi sogni. Per il nuovo assalto mettono sul piatto oltre sei milioni e mezzo di euro e affidano il timone a Fabio Artico. In panchina resta Toscano. Il resto è storia.

La storia si racconta che è una meraviglia. Si passa dalla bandiera a stelle e strisce appesa nei distinti, allo striscione ’Young Burdel’.

John Aiello è più negli States che in riva al Savio, ma quando c’è, guardarlo è uno spettacolo. Cesena-Fermana, 3 febbraio 2024. John è in tribuna, la squadra corre, ma è ancor lunghissima. Entrano in campo, la curva canta, lui applaude e grida: “Let’s go, boys!“. E’ un attimo, un lapsus: “Dai, burdel!“. Il Cesena vince, le vince tutte.

Aveva vinto anche il 13 febbraio, 1-0 all’Arezzo. Allora John non c’era, c’erano altri soci. E si finì con loro abbracciati a Toscano, tutti a cantare Romagna Mia rivolti alla curva. Chi dice che imparare l’inglese non è facile, provi a partire da zero col dialetto romagnolo. Ma non conta, è ovvio che non conta. Conta il clima, conta lo spirito, conta l’euforia. Conta John, ancora lui, che dopo il ko rifilato al Gubbio l’11 marzo che vale l’abbrivio decisivo, scherzando si prostra in campo davanti a Toscano, dopo averlo abbracciato. Non si poteva dire, ma era già fatta. Ora sì che si può dire. Il dialetto romagnolo si impara, i sogni si realizzano. E il Cesena è in serie B.