MATTEO GIANNACCO
Cultura 

Silingardi: "Il nostro territorio scrigno d’arte"

Ha trasformato la sua passione in una occasione di scoperta per tutti. L’intervista alla guida che svela segreti e pregi di città e paesi

Silingardi: "Il nostro territorio scrigno d’arte"

Silingardi: "Il nostro territorio scrigno d’arte"

Ideatore e animatore di progetti culturali, autore di saggi e articoli sull’arte, brillante guida turistica, docente e conferenziere, ma prima di tutto un appassionato studioso. Un ‘cercatore di bellezza’ come avrebbe detto il compianto Franco Maria Ricci, grande amico di Jorge Luis Borges. In altre parole, Luca Silingardi. A 47 anni è già stato presidente del Rotary Club di Sassuolo, ed è un apprezzato storico dell’arte e giornalista, curatore delle Raccolte Civiche d’Arte del Comune oltre che ispettore della Soprintendenza e socio dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Modena. All’attivo ha oltre 50 pubblicazioni sull’arte emiliana. Tra i tanti impegni, Silingardi collabora anche col Comune di Sassuolo su progetti di valorizzazione storico-artistica e tutela dei beni del territorio. Dal 1997 è membro del FAI.

Silingari, come è nata la sua passione per l’arte. Dove è cominciato tutto?

"Fin da bambino sono sempre stato attratto dalla storia e da tutto ciò che era antico, ma la vera folgorazione è avvenuta negli anni dell’Università a Bologna. Inizialmente volevo seguire un indirizzo filologico all’interno del corso in Lettere, poi l’incontro con alcuni docenti di storia dell’arte mi ha spinto a cambiare il piano degli studi. Le prime esperienze da ’guida’ volontaria con il Fai e con l’Adsi (Associazione dimore storiche), quando ancora ero uno studente, mi hanno permesso di sperimentare la bellissima esperienza della divulgazione, del trasmettere quanto avevo studiato alle persone, a tutte: da quelle più colte a quelle che avevano meno consuetudine con l’arte, utilizzando un linguaggio semplice senza compromettere l’approfondimento. Da qui è maturata la decisione di acquisire l’abilitazione all’esercizio della professione di guida turistica e i miei ormai 27 anni sul campo"

Qual è il ‘segreto’, se ce n’è uno, per essere una buona ‘guida’?

"Trattandosi di un impegno che prevede la narrazione e il racconto è necessario essere ben preparati e avere una buona formazione culturale. Per chi poi lavora con turisti stranieri è indispensabile la padronanza della lingua. La differenza tra una buona guida e una che ha scelto il lavoro sbagliato sta però nella capacità di capire il pubblico, di mettersi in ascolto decidendo se inserire un episodio divertente per riaccendere l’attenzione. La brava guida non parla per ascoltare sé stessa ma per comunicare agli altri o, almeno, per trasmettere passione".

Modena sta vivendo un ‘boom’ di visitatori. Può beneficiarne anche Sassuolo di riflesso?

"Certamente. Il Palazzo Ducale ha tutte le potenzialità per attrarre. Il desiderio di nuove mete finora meno battute, gli articoli sulle riviste e recenti passaggi televisivi in cui sono state mostrate le magnifiche sale della Delizia estense di Sassuolo hanno iniziato a dare visibili frutti, con un vertiginoso aumento dei visitatori. Bisogna continuare in questo senso".

Pensa si possa in quale modo migliorare la promozione del nostro territorio anche a livello culturale?

"Negli ultimi anni, anche grazie a un ventennale lavoro di promozione da parte delle amministrazioni locali mi pare di riscontrare un rinnovato interesse e un sempre maggiore bisogno di riappropriarsi della propria storia da parte della cittadinanza. Passeggiando per le vie e le piazze del centro, ad esempio, con la consapevolezza di quanto di bello ci sta attorno, del come e perché si trovi lì e delle peculiarità che rendono unico quel luogo. Lo dimostra la straordinaria partecipazione che si riscontra quando si organizzano eventi culturali".

Ci svelerebbe un capolavoro dell’arte che pensa sia poco conosciuto a Sassuolo?

"Uno dei più importanti è sicuramente il Cimitero Monumentale di San Prospero, quello che i sassolesi chiamano il ‘cimitero vecchio’. La sua elegante conformazione architettonica, con un lungo porticato che si chiude ad abbraccio e le magnifiche tombe monumentali ne fanno un vero e proprio museo ‘en plein air’, in cui è possibile seguire l’evolversi del gusto: dal classicismo di inizio Ottocento, al successivo verismo, fino al simbolismo e alle sinuose forme Liberty di inizio Novecento. Un luogo magico in cui è possibile vedere la splendida tomba – tutta in piastrelle dipinte – realizzata dal pittore e decoratore toscano Carlo Casaltoli nel 1891 per la famiglia Rubbiani, gli industriali che alcuni anni prima avevano inventato la piastrella, introducendo il metodo della pressatura a secco nel procedimento produttivo. Piange il cuore, tuttavia, nel constatare lo stato di degrado in cui versa oggi".

Quali sono i progetti a cui lei è più affezionato?

"Da qualche anno ho creato un gruppo Whatsapp di affezionati che si chiama ‘Arte con Luca’. A chi è iscritto propongo visite guidate e lezioni di storia dell’arte sul territorio. Attualmente sono più di 1.600 persone. Quasi ogni fine settimana propongo un luogo da visitare assieme a me, prenotando, presentandosi sul posto autonomamente e pagando la quota. Una formula ’smart’, che evita l’organizzazione di trasporti in pullman e riduce notevolmente le spese. Per iscriversi basta inviare un messaggio WhatsApp al mio numero 338/2001414, indicando il proprio nome e cognome".