Il questore Donatella Dosi: "Sicurezza, bilancio positivo. Ma preoccupa l’aumento della violenza tra i giovani"

"Reati a danno di coetanei e atti vandalici, sono ragazzi privi di riferimenti educativi . E non è solo un problema di ordine pubblico, ma un’emergenza che coinvolge tutti".

Il questore Donatella Dosi: "Sicurezza, bilancio positivo. Ma preoccupa l’aumento della violenza tra i giovani"

Il questore Donatella Dosi: "Sicurezza, bilancio positivo. Ma preoccupa l’aumento della violenza tra i giovani"

Questore Donatella Dosi, Modena è una città sicura?

"Come dato generale mi preme evidenziare che il 2023 si è chiuso con un bilancio positivo per l’attività della Polizia di Stato in provincia, confermando la tendenza fotografata dalla classifica del Sole 24Ore ove, nel campo della giustizia e della sicurezza, Modena guadagna posizioni risultando 50esima in luogo dell’80esima posizione dell’anno precedente. Tuttavia, il numero va analizzato anche in relazione alla percezione di sicurezza da parte del cittadino. Tale percezione risente molto del mutare nel tempo dei fenomeni criminosi in grado di determinare un maggiore o minore allarme sociale. Reati un tempo molto diffusi, quali le rapine agli istituti di credito o agli esercizi commerciali o anche gli scippi su strada, sono pressoché scomparsi, sostituiti da reati commessi da ragazzi giovanissimi o dalle diverse espressioni in cui si manifesta la violenza di genere, fenomeni questi del tutto sconosciuti fino a pochi anni orsono". Qual è l’ambito di reato più preoccupante?

"È quello che si lega all’aumento dell’aggressività nei rapporti interpersonali e del crescente ricorso alla violenza, spesso in modo ingiustificato. Ciò vale sia con riferimento al fenomeno della violenza tra i giovani, ove si registrano gravi condotte – spesso non percepite come tali dagli stessi autori – poste in essere da giovanissimi nei confronti di altri giovanissimi, sia per quanto riguarda i rapporti familiari e affettivi".

I furti in appartamento sono uno dei nodi più caldi, qual è la vostra strategia verso questo fenomeno?

"Anche questo risente del mutato contesto sociale. Assistiamo sempre più di frequente a episodi delittuosi consumati non solo nelle abitazioni, ma anche nelle adiacenze o pertinenze delle stesse, in cui il danno maggiore spesso è quello provocato per accedere rispetto al valore dei beni asportati (spesso generi alimentari), ingenerando comunque sentimenti di vulnerabilità in chi ne è vittima. L’adozione di misure di autodifesa, quali sistemi di allarme e di videosorveglianza, risulta un efficace deterrente, ma la misura di contrasto più efficace è indubbiamente da parte delle forze dell’ordine un capillare controllo del territorio, coniugato a una tempestiva segnalazione da parte dei cittadini. Nel territorio modenese i cittadini mostrano grande collaborazione, data la mole di segnalazioni che ci pervengono anche solo per indicare persone sospette in relazione alle circostanze di tempo e luogo, a cui ci si adopera per fornire un tempestivo riscontro. Fondamentale, poi, la successiva denuncia delle parti lese per consentire di svolgere le indagini".

I reati sessuali e di genere sono un’emergenza?

"Sempre in base alle denunce, il fenomeno delle violenze sessuali appare piuttosto circoscritto, mentre con riferimento alla macro area dei reati relativi alla violenza di genere, si registra un aumento di condotte aggressive, che talvolta si limitano a una violenza verbale, ma in diversi casi sfociano in violenza fisica. Le strategie di contrasto danno riscontri positivi. Fondamentale l’applicativo Scudo, al fine di monitorare gli episodi di liti o violenze rientranti nella categoria dei "codici rossi", che permettono di delineare un quadro di insieme al fine di consentire il collegamento di singole condotte che, valutate nel complesso, assurgono a fatti di reato, consentendo l’adozione di adeguate misure di contrasto. Fondamentali anche le misure di prevenzione, nella specie l’ammonimento del Questore, che permettono di anticipare la tutela della vittima, così da interrompere sul nascere l’ escalation della violenza. Qualora ciò non sia sufficiente, grazie alla nuova normativa che prevede segnalazioni immediate all’autorità giudiziaria, la stessa può disporre l’applicazione di misure cautelari più incisive, come l’allontanamento dalla casa familiare, divieto di avvicinamento alla persona offesa e il divieto di comunicare con la stessa, nonché l’applicazione del braccialetto elettronico, al fine di rendere più efficace la tutela".

Le baby gang quanto preoccupano?

"Sottolineo come il termine ‘baby gang’ non fotografi appieno la realtà di quello a cui stiamo assistendo. Non si tratta di bande organizzate, bensì di aggregazioni estemporanee, dalla composizione mutevole, prive di un’organizzazione gerarchica in senso stretto che commettono reati, prevalentemente a danno di coetanei, o atti di vandalismo gratuito. Si tratta soprattutto di ragazzi, sia italiani che stranieri, che risultano privi di riferimenti educativi, che imitano quanto apprendono attraverso i canali social e lo replicano, spesso diffondendo essi stessi a loro volta la testimonianza delle loro azioni. È un’emergenza che coinvolge tutte le componenti della società e non deve essere ridotta a un mero problema di ordine pubblico. Sono stati messi in campo dal Decreto Caivano ulteriori strumenti, prevedendo l’estensione applicativa di alcuni istituti, ad esempio l’avviso orale, l’ammonimento, il daspo urbano anche a minorenni".

Quanto incide sul tasso di illegalità l’immigrazione clandestina?

"È innegabile che la permanenza irregolare sul territorio nazionale sia prodromica a un’esposizione maggiore di inserimento in contesti delinquenziali. La mancanza di mezzi di sostentamento in una condizione di precarietà determina quasi naturalmente il coinvolgimento in attività illecite, quali lo spaccio di droga o i reati contro il patrimonio. Sul dato statistico anche riferito all’ultimo anno secondo il quale buona parte dei soggetti arrestati o denunciati sono stranieri, incide la condizione di irregolarità".

Mafie, Modena è stata al centro di varie inchieste. Oggi qual è il tipo di criminalità organizzata che merita più attenzione?

"Organizzazioni straniere transnazionali, con interessi in prevalenza legati al traffico di sostanze stupefacenti, sono state messe sotto osservazione dagli investigatori, conducendo a un’attività d’indagine che si è conclusa con l’esecuzione di numerose misure cautelari. Si è poi registrata sul territorio di Modena e della provincia la presenza di organizzazioni criminali provenienti da altre regioni aventi interessi nel settore pubblico come privato, specie nell’imprenditoria edilizia. Ciò dimostra, ancora una volta, come le organizzazioni criminali negli anni abbiano cambiato modus operandi, calandosi sempre di più in una veste imprenditoriale. Modena, come tutta la regione, risulta un terreno appetibile proprio in ragione della particolarità del tessuto economico. Tra le misure di contrasto più efficaci, si annoverano le misure di prevenzione patrimoniali, che mirano a sottrarre alle organizzazioni criminali patrimoni illeciti".

Nello scenario attuale dei conflitti, soprattutto per quanto riguarda Israele e Gaza, avete alzato il livello di attenzione?

"Qualunque evento bellico di carattere internazionale produce ricadute anche sui Paesi che ne sono estranei. Per questo sono state intensificate tutte le attività di interesse in relazione a tali scenari, con una intensificazione sia di quelle informative che di controllo del territorio con particolare riferimento alla vigilanza degli obiettivi sensibili".