Modena nella top ten italiana. Bene consumi e occupazione. È la città ideale per le donne

Innovazione in economia, sanità e servizi funzionano, buona partecipazione elettorale . La sicurezza migliora, ma resta un punto debole: ancora troppi furti nelle abitazioni.

Dieci posizioni recuperate in un anno, dal diciassettesimo posto al settimo. Modena scala le classifiche e conquista la top ten d’eccellenza in Italia per qualità della vita. È il risultato dell’analisi compiuta dal Sole 24Ore, che anche quest’anno, per la 34esima volta, ha stilato la classifica delle province italiane per quanto riguarda la qualità della vita, prendendo in esame novanta indicatori suddivisi per sei macrocategorie tematiche (ciascuna composta da quindici indicatori): ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero. Ebbene, la provincia di Modena è settima in Italia su 107, raggiungendo ottimi risultati in diversi settori. È quinta nella graduatoria per "Ricchezza e consumi", terza nel comparto "Demografia, salute e società", quarta per "Qualità della vità delle donne" e undicesima in "Affari e lavoro". È più indietro, invece, in altri settori, come "Ambiente e servizi" (50° posto) e "Giustizia e sicurezza" (idem). In ogni caso, anche nelle graduatorie nelle quali i risultati sono storicamente meno brillanti, si nota lo sforzo di risalire la china. Iniziando dal capitolo "Ricchezza e consumi", c’è una mini classifica nella quale il Modenese brilla, quella della spesa delle famiglie per il consumo di beni durevoli. In altre parole, gli analisti sono andati a vedere quanti euro spendono le famiglie per acquistare beni di uso prolungato, come arredi, elettrodomestici e auto. In questa graduatoria la provincia di Modena è prima in Italia davanti a Trento e Monza. È sicuramente un indice di ricchezza e di benessere, aiutato da una rete commerciale ampia e articolata. Nel settore "Affari e lavoro" c’è un parametro molto importante nel quale la provincia occupa un buon quinto posto, quello del tasso di occupazione nella fascia di età che va da 20 a 64 anni: la percentuale è del 76%, un risultato non lontanissimo dal 79,2% di Bolzano, che occupa il primo posto. Ma Modena mantiene anche la capacità di innovare, specie a livello commerciale. È al quarto posto assoluto valutando la percentuale di imprese del commercio al dettaglio che fanno l’e-commerce. La classifica sorride nel settore "Demografia, società e benessere", nella quale Modena non è nella top five di nessuna miniclassifica, ma guadagna ugualmente un terzo posto assoluto dopo Bologna e Parma. Raccoglie buoni risultati un po’ dappertutto, dalla percentuale di immigrati residenti regolari al numero di posti letto negli ospedali, dal quoziente di natalità alla aspettativa di vita alla nascita. Nel settore "Attività culturali e tempo libero" la provincia di Modena occupa il 33esimo posto e spicca un dato già conosciuto: è al quarto posto come partecipazione elettorale. Quanto all’indice della parità di genere, è nelle prime cinque posizioni, dopo Udine, Lecco e Prato: tra tasso di occupazione femminile, imprese femminili e numero di laureate, può definirsi una delle migliori province dove vivere per una donna. Sicurezza vera o percepita? Modena è davvero in balìa dei criminali o semplicemente, per senso civico e fiducia nelle istituzioni, i modenesi sono più pronti a denunciare sempre e quindi a incrementare il numero di reati commessi? Forse un po’ tutte e due le cose, aggiungendo che chi occupa buone posizioni nella classifica della ricchezza e nel possesso di beni durevoli, inevitabilmente attira l’attenzione di malintenzionati, specie ladri professionisti. Non a caso il peggiore posizionamento della provincia è nella classifica dei furti in casa, 102 su 107. Va appena meglio la classifica dei furti con strappo, altrimento conosciuti come scippi, novantunesimo posto. E anche nel settore del ricilaggio e impiego di denaro, la

provincia non ha una buona performance, attestandosi al posto 69, continuando così a mantenersi nel mirino dei gruppi organizzati, che vedono la provincia come terreno ideale per trovare imprese in grado di fungere da "lavatrici" per guadagni illeciti.