Un mondo che può sollevarsi. Ma servono sostegno, più fondi e una minore burocrazia

Le imprese e i loro dipendenti si muovono pur fra mille difficoltà: alluvione, pandemia, guerre, inflazione. Eppure una ditta, per fare una pensilina in una serra, ha usato un faldone alto mezzo metro di scartoffie.

Un mondo che può sollevarsi. Ma servono sostegno, più fondi e una minore burocrazia

Un mondo che può sollevarsi. Ma servono sostegno, più fondi e una minore burocrazia

Valerio

Baroncini

Ci eravamo lasciati nel momento più nero, quello dell’alluvione. Ci ritroviamo nel pieno del rilancio, della speranza, della ripartenza. Sì, ma come? E a quali costi? Gli interrogativi che il settore si pone sono molti: come dare linfa a un sistema che non può più contare su un meteo ordinario e su fondi certi? Come immettere energie a lavoratori e imprenditori sfibrati? Dopo la pandemia, dopo le guerre, dopo le crisi energetche, c’è davvero poco da stare sereni. Ma un dato è certo: la forza, la potenza, la creatività del settore agrifood in Emilia-Romagna e Marche. Terre dove chi si mette in gioco riesce ad arrivare da solo dove spesso servono aiuti.

Ma occhio a pensare di lasciare solo chi ha più spirito d’impresa: lo Stato deve intervenire, aiutare le aziende, sbloccare soldi e garantire soprattutto una minore burocrazia. Un esempio, che riguarda un ente pubblico ma potrebbe essere tranquillamente applicato a un’azienda. Siamo arrivati al punto che per comprare cinque blocchi di carta millimetrata, necessari all’ufficio della Polizia locale per rilevare gli incidenti stradali e produrre i relativi verbali, il Comune di Pianoro, nel Bolognese, ha interpellato tre fornitori e ha pubblicato una determina, così da giustificare l’acquisto. Una relazione di ben sei pagine, in cui non solo si citano i tre preventivi (con variazioni fino a 50 centesimi), ma si prendono pure in considerazione le opportune leggi e i decreti in merito alla trasparenza dei conti pubblici e del bilancio comunale. Tutto per un’operazione da 5 euro.

Si parla di blocchi di carta che costano circa un euro l’uno, Iva e spese di consegna comprese. Ma burocrazia vuole che serva un atto formale per giustificare un acquisto necessario, seppure dal valore risibile. Anche perché, in questo caso specifico, l’esborso "risulta inferiore all’importo minimo indispensabile richiesto per procedere utilizzando la piattaforma digitale del Me.PA di Consip". Vi pare accettabile?

Oppure, un’altra azienda ha dovuto istruire sei pratiche e gestire un faldone di fogli alto mezzo metro per costruire una pensilina utile a una serra. Vi pare anche questo accettabile?

Per fortuna, ma è una magra consolazione, sono in arrivo 106 milioni di euro per sostenere le imprese agricole dell’Emilia-Romagna nella ricostruzione post alluvione. Tra risorse europee, nazionali e dello Sviluppo rurale, i fondi a disposizione ammontano a oltre 325 milioni di euro. I fondi su cui l’Emilia-Romagna può contare fin da subito per il comparto agricolo, quindi, coprono un terzo dei danni diretti e indiretti. Il settore agricolo, che vede l’Emilia-Romagna ai primissimi posti in Italia per consistenza del tessuto produttivo, con oltre 55mila imprese, ha subito un colpo micidiale e ha necessità di tutti i sostegni possibili per ripartire. Lo sostiene la Regione ma è un’impostazione che non si può non condividere.

Infine, non dobbiamo dimenticare che questo è sì un momento critico, ma per fortuna l’ agricoltura e l’agroalimentare sono un caposaldo dell’economia italiana, che cresce. Come ha ricostruito Coldiretti, stiamo parlando di 4 milioni di occupati nell’intera filiera e un valore di 600 miliardi per tutta la filiera, quindi +15 miliardi rispetto all’anno scorso, +8% il valore delle esportazioni. Da qui al 2030 potremo raggiungere un valore delle esportazioni superiore ai 100 miliardi.