Materie prime e trasporti: sos costi In 6 mesi rischio blocco produttivo

L’analisi di Federunacoma: "Tensioni sui prezzi e aumenti per materiali ferrosi, chimici e plastiche". Sotto la lente le decisioni della Cina, che ha ridotto le esportazioni per favorire il mercato interno

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di Marco Principini

Aumentano i costi delle materie prime mentre la logistica inizia ad accusare gli effetti delle restrizioni legate alla pandemia: così anche l’agricoltura vede affacciarsi all’orizzonte mesi neri nonostante il mercato mondiale della meccanica agricola registri in questi mesi un andamento positivo, con incrementi significativi in tutti i principali Paesi di riferimento. La domanda globale di tecnologie per l’agricoltura continua ad essere ancora molto elevata, ma i ma sono molteplici. Ad esempio, sul fronte della logistica, molto hanno influito le restrizioni conseguenti all’emergenza sanitaria che, oltre alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento, hanno determinato un aumento dei costi di trasporto, soprattutto di quelli relativi alle rotte marine. D’altro canto il settore agromeccanico è uno dei comparti manifatturieri più esposti all’incremento dei prezzi delle commodity. Per la fabbricazione di un trattore – spiega FederUnacoma, l’associazione italiana dei costruttori di mezzi meccanici per l’agricoltura – si contano in media 1.700 componenti, che sono per il 75% derivati dal ferro (ghisa, acciaio, tubi metallici), a cui si aggiunge un ulteriore 5% di altri metalli come il rame. La componente metallica copre dunque circa un 80% del totale dei materiali utilizzati per fabbricare un trattore. Della parte restante oltre il 10% è coperto da materiali plastici (rivestimenti cabina, protezioni, coperchi, tappi) e circa un 5% da polimeri gommosi (tubi, anelli di tenuta, guarnizioni).

L’incremento dei prezzi delle materie prime, già in atto da alcuni mesi, è diventato particolarmente consistente lo scorso settembre quando i prodotti energetici hanno registrato una crescita dell’83%, i materiali ferrosi una crescita complessiva del 70%, le plastiche e gli elastomeri una crescita del 28%, i prodotti chimici per l’industria una crescita del 22%. Mentre il costo della bolletta energetica risente di fattori di natura congiunturale, e in un certo arco di tempo può quindi tornare su livelli accettabili, la crisi dei materiali ferrosi - osserva l’associazione dei costruttori - nasce da una precisa strategia politica cinese, rispetto alla quale non è facile prevedere contromisure. La Cina ha infatti ridotto le esportazioni di acciaio e materiali ferrosi per soddisfare la domanda interna in forte crescita, e di conseguenza il prezzo d’acquisto delle forniture per l’industria della meccanica agricola, in Italia come all’estero, è salito vertiginosamente (in alcuni casi anche del 100%). Il problema riguarda il settore agromeccanico a livello mondiale. Il comparto non deve fronteggiare solo l’emergenza che riguarda i materiali plastici e ferrosi ma anche quella relativa alla carenza di silicio metallico, imprescindibile per la produzione di chip e semiconduttori che servono per tutti i sistemi 4.0 applicati alle macchine agricole. Se le tensioni sul mercato delle materie prime non dovessero rientrare in tempi brevi, l’autonomia delle aziende nell’evasione degli ordini potrebbe non essere superiore ai sei-otto mesi.