L’ultima volta del Drake nella ’sua’ pista

Enzo Ferrari realizzò il sogno del ’piccolo Nurburgring’ in Romagna: dopo la visita del 1981 a Imola, non tornò più in un paddock

di Leo Turrini

Narra la leggenda che all’origine di tutto ci fu la prima avvisaglia del miracolo economico nell’Italia del dopo guerra.

Insomma, Enzo Ferrari aveva una casa al mare, in Romagna. Dove di tanto in tanto si materializzava per rendere visita al figlio Piero, che trascorreva in spiaggia le vacanze estive.

Dunque, in assenza di un’autostrada ancora non realizzata, per raggiungere le sabbie il costruttore di automobili passava inesorabilmente nei dintorni di Imola. E aveva notato, con l’occhio dell’intenditore, quelle colline che facevano pensare ad un mitico circuito tedesco. Al famoso Nurburgring, una favola e un incubo al tempo stesso, un tracciato lungo più di ventidue chilometri in mezzo ad un bosco.

Gita dopo gita, Ferrari trasformò quella tentazione in un progetto serio. Aveva splendide amicizie nella zona, cominciando dalla famiglia Costa. Il suo incoraggiamento non fu mai formale, non fu mai banale. Anzi, l’uomo di Maranello spese il suo carisma per rendere credibile la nascita e lo sviluppo di una pista che, per caratteristiche, nulla avrebbe avuto da invidiare ai luoghi santi del motorismo.

Le due ruote arrivarono presto, a Imola. Ci furono anche numerose competizioni automobilistiche. Ma portare la Formula 1 sul circuito presto dedicato alla memoria di Dino Ferrari, il figlio del Drake prematuramente scomparso, era cosa complicata. Di mezzo c’era il fascino tradizionale di Monza. Bisognava cercare di trovare uno spazio senza andare allo scontro con la Storia.

Nel 1979 Imola ospitò un Gran Premio, non valido però per il campionato del mondo. Allora era ancora possibile organizzare eventi del genere, il business non aveva preso il sopravvento su tutto. Ne venne fuori una corsa incredibilmente spettacolare, alimentata da un duello fantastico tra la Brabham motorizzata Alfa Romeo di Niki Lauda e la Ferrari di Gilles Villeneuve. La spuntò l’austriaco, ma tutti parlarono dei numeri da funambolo del piccolo canadese.

Ormai la strada era aperta. Nel 1980 venne accettato il principio della rotazione e dunque per una volta, l’unica volta nella storia, il gran premio d’Italia di Formula 1 venne disputato proprio a Imola.

Fu tale il successo dell’evento che, sempre con la spinta di Enzo Ferrari e grazie all’entusiastica partecipazione di Luciano Conti, che governava l’Automobil Club di Bologna, dal 1981 venne stipulato l’accordo con la Repubblica di San Marino, accordo benedetto da Bernie Ecclestone, il boss del Circo a quattro ruote.

Il resto è cronaca, anzi leggenda. Con una postilla: proprio a Imola, romanticamente, Enzo Ferrari fece la sua apparizione finale in un box.

Era il 1981. A Maranello c’era il sole e il Drake ebbe l’idea di farsi portare a Imola, dove Gilles Villeneuve stava provando la Rossa.

Fu uno degli ultimi momenti felici nella vita di entrambi.