La sanità che naviga a vista

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 27 maggio 2020 - Sono medico cardiologo presso l'Ospedale S.Orsola da circa 20 anni. A seguito dell'emergenza CoVid, la libera professione intra moenia dei medici ospedalieri è stata bloccata a partire da Marzo al pari peraltro delle attività ambulatoriali elettive. Purtroppo a tutt'oggi, nonostante una delibera del Consiglio Regionale del 27 Aprile, la situazione non è cambiata per motivi che vanno dal semplice burocratico al sospetto ideologico. Questa situazione è molto disagevole per la vasta platea di cittadini che in forza di un rapporto fiduciario con un singolo professionista ospedaliero si trovano di fatto nella totale impossibilità di farsi visitare da oltre 3 mesi. In un difficile momento storico in cui tutte le attività sono state riaperte, i vertici della Sanita' della Regione Emilia Romagna non sembrano interessati, stigmatizzando l'esigenza di recuperare le prestazioni SSN che non sono state eseguite causa CoVid e per le quali peraltro non risulta ancora una calendarizzazione. Questo presupposto si basa sull'assunto del tutto legale che non si possa riaprire la libera professione senza riaprire le visite e le altre prestazioni SSN, ma confligge con gli interessi dei pazienti e dei medici ospedalieri che hanno vissuto sulla loro pelle, continuando a lavorare giorno dopo giorno, l'emergenza CoVid. La demonizzazione della libera professione intra moenia (che, e' bene ricordare, viene eseguita dal professionista oltre alle 38 ore contrattuali di lavoro e comporta una trattenuta da parte della Azienda Ospedaliera intorno al 40 % di quello che il cittadino paga) appare come l'ennesima battaglia ideologica senza vincitori ne' vinti in questo paese confusionario.

Giovanni Bracchetti  

Risponde il condirettore de il Resto del Carlino Beppe Boni

La sanità purtroppo è spesso vittima dell'ideologia, dei sospetti e di scelte incerte. La tempesta del Covid ha certamente sparigliato le carte, costretto gli ospedali a rivoluzioni inaspettate dal punto di vista dell'organizzazione e quasi tutte le prestazioni non - virus sono state bloccate. Un frangente eccezionale. E quindi non è sempre pensabile rispondere con la burocrazia ordinaria ad una situazione di emergenza totale. Dunque, anche per la libera professione all'interno del servizio pubblico si potrebbe derogare  alla normale dinamica organizzativa soprattutto in questa fase di ripresa. Non si farebbe un torto al cittadino. Due cifre, infine, su questo settore. I compensi dei medici sono abbastanza stabili, ma con forti variabilità a seconda delle aree geografiche. Mediamente, il compenso annuo del professionista che eroga prestazioni convenzionate nelle strutture pubbliche (fOnte Ministero della sanità) è pari a circa 17.142 euro. Ma l’oscillazione è ampia: il guadagno è di 23.796 euro l’anno in Emilia Romagna e di nemmeno 6mila euro in Calabria. beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net