Le sentenze della strage di Ustica

La lettera Risponde Beppe Boni

Bologna, 29 giugno 2022 - E' singolare che, mentre per ogni questione si invoca spazio democratico anche per le minoranze, mentre per la strage di Ustica non si dia rilievo anche all'altra associazione dei familiari "Verità su Ustica" che porta avanti tesi diverse da quella dell'altra associazione. Pare pertanto che tutti siano ormai d'accordo sulla "verità", anche se diversi punti oscuri comunque rimangono. E, stranamente, a questa verità avrebbe potuto dare un contributo chi aveva interesse a farlo e cioè Gheddafi. E perchè non lo abbia fatto è un altro punto interrogativo. Carlo Pedrinelli

risponde Beppe Boni L'associazione dei familiari delle vittime di Ustica che fa capo a Daria Bonfietti, esponente Pd molto in vista, trova riscontro soprattutto nel mondo della sinistra ed è molto attiva nella legittima ricerca della verità su Ustica. L'altra associazione, minoritaria, non ha fatto di Ustica una battaglia politica e forse anche per questo ha meno appeal. Il vero nodo è che l'associazione di Daria Bonfietti da sempre illustra per vera la tesi della battaglia aerea in cielo e del missile che avrebbe colpito il Dc 9 Itavia sostenendo  che tutto lo scenario è coperto da depistaggi. Possibile, ma i processi lo hanno escluso. La tesi Bonfietti è la narrazione contenuta nell' ordinanza di rinvio a giudizio (1999) del giudice Rosario Priore che, attenzione, anche se la si prende per buona (legittimo) non è una sentenza processuale. Nel 2007 a pronunciarsi definitivamente  sul piano penale fu la prima sezione penale della Corte di Cassazione dichiarando assolti i generali “perché il fatto non sussiste”.  I giudici della Suprema corte scrissero che la sentenza-ordinanza di Priore aveva acquisito “un’imponente massa di dati dai quali  non è stato possibile ricavare elementi di prova a conforto della tesi di accusa”.  Dunque per la Cassazione non vi è prova della battaglia aerea, come non vi è prova della pur possibile bomba a bordo. L'aspetto singolare è che anche membri delle istituzioni continuino a scambiare erroneamente l'ordinanza Priore per una sentenza penale. Sarebbe come scambiare la requisitoria di un Pubblico ministero per la sentenza di un processo.  Non è possibile. A una sentenza si può non credere, ma non far finta che non esista.

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