Tennis ai tempi del virus, la lealtà è un valore

Desidero complimentarmi vivamente con Paolo Franci  per l’articolo “Siamo un popolo di atleti agonisti. E di furbi” col quale si denuncia il paradosso che il tennis (sport a mio avviso molto sicuro) può essere comunque praticato da sedicenti agonisti che diventano tali se sottoscrivono la tessera Fit e si sottopongono a una visita medica (costo dai 100 ai 150 euro). Che tali “agonisti” non abbiano disputato alcun torneo non ha alcuna importanza, basta pagare e il “gioco” è fatto.Come vecchio giocatore di tennis ho rifiutato questo sotterfugio che, pur apparendo una piccola furbizia  nel mare magnum dei grandi imbrogli e delle mega tangenti, è deprimente sia stato fatto proprio  da una istituzione sportiva che dovrebbe praticare e insegnare, soprattutto ai giovani,i principi di lealtà, correttezza e trasparenza che sono alla base di ogni disciplina sportiva. In questi anni l’eccesso di business nello sport professionistico ha fatto non pochi danni, si faccia uno sforzo  di lungimiranza e generosità  per salvaguardare la pratica sportiva di milioni di italiani dalle furbizie e dall’affarismo, anche se di piccole dimensioni. Renato Trampetti, Ravenna