Visite, attese sempre lunghe

La lettera. Risponde Beppe Boni

Sulle liste di attesa per visite ed esami specialistici leggo notizie contraddittorie. La regione Emilia Romagna periodicamente annuncia piani strategici per ridurre i tempi, ma poi  continuano proteste su proteste. L'amministrazione troppo spesso ragiona a tavolino e quando si va alla prova dei fatti le cose stanno in altro modo. L'emergenza Covid con gli ospedali semichiusi è passata, ma ottenere un appuntamento in tempi accettabili per un esame in molti casi è un'impresa. Come mai la svolta ancora non c'è?

Pierluigi Dondi Risponde Beppe Boni

Il sistema sanitario nazionale deve garantire una prestazione in 72 ore se urgente, entro 10 giorni se c’è il codice "breve", entro 30 giorni per una visita e 60 per un esame se è differibile, e ancora entro 120 se c'è programmazione . La realtà dei fatti è un'altra cosa, molte visite  ed esami specialistici (non tutti) hanno tempi ancora troppo lunghi. L'assessorato alla sanità regionale quando sente il tam tam delle proteste lancia subito proclami e controffensive che poi si realizzano solo in parte. E' la politica (sbagliata) degli annunci. Cittadinanzattiva Emilia Romagna proprio due giorni fa ha suonato per l'ennesima volta il campanello d' allarme. I disagi per le liste d'attesa ci sono e rimane un mistero cinese come non riesca a riportare la situazione entro tempi accettabili. L'associazione ha segnalato al Carlino di visite dermatologiche ed oculistiche, quindi abbastanza banali, per le quali la data sul calendario è slittata fino a luglio 2023 a meno che di recarsi in posti lontani decine di chilometri e scomodi. Se un anziano non ha l'auto, non ha amici e parenti disponibili deve rinunciare e affidarsi alla Provvidenza per ottenere una visita vicino a casa. Poi, certo, ci sono anche  aree virtuose con performance del 90 per cento e oltre. Ma queste buone prestazioni non cancellano il disagio di chi deve attendere mesi e mesi.

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