"La mia vita si è fermata insieme a Biagio"

Il 29 maggio del 2012 Anna ha perso il figlio tra le macerie dell’Haemotronic di Medolla: "Il lutto non si supera, la fede mi ha aiutato"

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di Maria Silvia Cabri

Biagio Santucci, di Mirandola, aveva 24 anni, un bellissimo sorriso, e tanta voglia di vivere. E’ morto il 29 maggio 2012 nel crollo dell’Haemotronic di Medolla, azienda dove lavorava, a causa delle scosse sismiche. E’ stato la vittima più giovane del terremoto dell’Emilia. Sono passati dieci anni ma il dolore non passa per chi, come la mamma Anna Cannavacciuolo, non ha mai smesso di lottare per tenere viva la memoria del figlio.

Un lutto cui si è aggiunto, due anni fa, quello della morte dell’altro figlio Cristian, 28 anni.

Anna, come ha vissuto questi dieci anni?

"Per me non è passato neanche un minuto. Il tempo si è fermato al momento in cui sono andata lì dove lavorava Biagio: non c’era più nulla. Erano circa le 11 del 29 maggio 2012. Il mio cuore si è fermato a quell’istante".

Come ha cercato di superare il dolore?

"Il dolore non si supera. Vivo ogni giorno questo lutto, cui due anni fa si è aggiunto quello dell’altro mio figlio Cristian, morto a 28 anni, dopo che da tempo soffriva di una patologia invalidante. Per sempre onorerò la memoria di Biagio e di Christian. Ora sono una nonna, grazie a mia figlia Luana, che mi ha donato una nipotina di quattro anni e un’altra che è in arrivo". Che ricordo ha di quel 29 maggio 2012?

"Biagio è morto in 14 secondi. Dopo il crollo dell’azienda era disperso, l’hanno trovato il giorno dopo alle 12. Mi hanno detto che quando sono iniziate le scosse lui era tornato dentro alla ditta per mettere in sicurezza una macchina. Non è più uscito da lì. Non ho voluto leggere il referto medico e non l’ho voluto vedere per ricordarlo sorridente come era. La mattina del 29 maggio alle sei ci siamo salutati. ‘Mamma ciao ci vediamo alle 14’. Non l’ho più visto".

Nel 2017, in occasione della visita a Carpi e Mirandola, ha incontrato Papa Francesco. Cosa ricorda?

"La sua grande umiltà. Vicino a me c’era Christian in sedia a rotelle. Nonostante la sua grandezza, Papa Francesco si è rapportato a noi e agli altri familiari con grande umiltà e ci ha toccato con il cuore. E’ stato un momento molto importante".

Che ruolo ha avuto la Fede?

"Mi ha molto aiutata. Nonostante tutto quello che è accaduto, posso dire di avere nel cuore una certa serenità che io attribuisco ai miei figli".

Sotto il punto di vista processuale come si sono evolute le cose?

"Sono passati 10 anni: il processo penale è stato archiviato sei anni fa quando l’ingegnere incaricato del sopralluogo ha stabilito che la fabbrica, riaprendo, era a norma. A livello civile, invece, proprio in questi giorni è arrivata la sentenza che stabilisce la responsabilità dell’azienda nella morte di mio figlio. Da questo punto di vista posso dire che almeno in parte giustizia è stata fatta. Una sentenza che ci restituisce un po’ di dignità".

È prevista l’inaugurazione di un memoriale nell’azienda in cui è morto Biagio?

"Il 29 maggio verrà poggiata la prima pietra, dietro la fabbrica. Il memoriale di marmo prevede un cerchio centrale che ogni giorno alle nove del mattino rifletterà il sole in ricordo di 10 anni fa".