Autonomia regioni, bocciata dai medici la proposta Zaia-Bonaccini. "Egoismo territoriale"

Il sindacato Anaao Assomed teme che l'autonomia differenziata di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia possa smantellare il Sistema sanitario e spingere i medici all'esodo dalla sanità pubblica

I governatori Luca Zaia (Veneto) e Stefano Bonaccini (Emilia Romagna)

I governatori Luca Zaia (Veneto) e Stefano Bonaccini (Emilia Romagna)

Venezia, 22 febbraio 2022 – I medici dicono no all’autonomia differenziata delle Regioni, “sarebbe un attacco al sistema sanitario nazionale”. Bocciata la proposta avanzata dai tre governatori del Nord – che ha visto tra l’altro un inaspettato asse tra il leghista veneto Luca Zaia e il Dem a capo dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini – il sindacato dei medici teme un’ondata di disuguaglianze tra i lavoratori che porterebbe a nuovi esodi verso la sanità privata. E, senza mezze misure, parla di scelte legate “all’egoismo territoriale” delle Regioni più ricche.

Ma Zaia non molla, il Nord va avanti compatto. “Sergio Mattarella ha indicato la strada. E io spero che Mario Draghi la voglia percorrere”, dice il presidente del Veneto. “Non si tratta di un percorso eversivo o egoista", incalza il consigliere regionale Alberto Villanova (Liga-Lega Veneta) che in aula ha presentato oggi una risoluzione a sostegno dei due governatori. La risoluzione, una volta approvata dal Consiglio regionale veneto, sarà inviata al presidente del Consiglio dei ministri, al presidente del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna e a tutti i parlamentari eletti in occasione delle ultime elezioni politiche di Emilia-Romagna e Veneto. "Vogliamo che sia ben chiaro a tutti che noi siamo a fianco dei nostri territori e delle loro istanze", aggiunge Villanova.

Anaao: "Attacco al sistema sanitario"

“La richiesta di autonomia differenziata avanzata da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna in tema di sanità è di fatto un attacco al Servizio sanitario nazionale e ai suoi operatori, i cui diritti e le cui condizioni di lavoro sarebbero ulteriormente frammentati e balcanizzati, dando una spinta ulteriore alla fuga dal servizio pubblico in atto". È questa la posizione annunciata oggi dal sindacato dei medici dirigenti pubblici, Anaao-Assomed. Il sindacato "si appella al Governo, al presidente del consiglio e al ministro della Salute, affinché alle parole di gratitudine espresse nei confronti degli operatori sanitari seguano fatti concreti a difesa del loro lavoro e di una sanità pubblica e uguale per tutti i cittadini".

L’asse bipartisan Zaia-Bonaccini fa paura

"La strana coppia della politica italiana, Bonaccini-Zaia, torna a chiedere al Governo l'autonomia differenziata su materie rilevanti, tra le quali la sanità – ricorda l'Anaao Assomed – un progetto che assesterebbe il colpo di piccone definitivo a quello che resta di nazionale e di pubblico del Servizio sanitario. Un attacco in piena regola ai diritti di cittadinanza e a quelli del lavoro, vista l'aspirazione, nemmeno nascosta, delle autocrazie regionali di vanificare i contratti nazionali prima ancora che vengano sottoscritti”.

I governatori sono decisi a tirare dritto verso l’autonomia, visto che negli ultimi due anni hanno “assaggiato” la gestione localizzata sul banco di prova della pandemia. Ma il sindacato dei medici non ci sta. “Il federalismo sanitario, nato con la modifica del titolo V, ha già prodotto la 'salute diseguale' – continuano da Anaao – con il suo ampio corredo di differenze, diseguaglianze, divaricazioni nella accessibilità ai servizi sanitari tra varie aree del Paese. Vanificando uno degli obiettivi principali della Legge 833 del 1978, istitutiva del Ssn".

L’appello al parlamento

L'Anaao chiede al Parlamento di "non avallare un attacco alla Costituzione e alla stessa unità del Paese”, assicurando il “massimo impegno delle categorie professionali che rappresenta per garantire che i diritti fondamentali siano esigibili allo stesso modo per tutti i cittadini, e per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla residenza e mantenere al diritto alla salute una dimensione nazionale". Il sindacato parla di “spinte verso l'egoismo territoriale”, che favorisce il Nord. “Ridimensiona il contributo fiscale delle regioni più ricche, sottrae al servizio sanitario la connotazione di bene pubblico nazionale, quello che durante la pandemia era considerato il bene comune più prezioso”.

Autonomia, nelle Regioni si punta a fare presto

“Se riuscissimo a mettere sul binario giusto l'autonomia prima delle elezioni dell'anno prossimo, sarebbe un fatto poderoso che darebbe il senso a tutta la legislatura. Questo Parlamento potrebbe essere ricordato come quello costituente e come il primo che ha rispettato il dettato dei padri fondatori della Repubblica”. A dirlo è il governatore del Veneto, Luca Zaia, tornando a parlare delle autonomie regionali e lanciando un appello alle massime cariche dello Stato.

Per Zaia, le parole del presidente della Repubblica sono state “illuminanti e anche dirimenti” di una matassa che per decenni è apparsa impossibile da sbrogliare. “Non solo ha riconosciuto il valore delle amministrazioni territoriali – dice Zaia –, ma soprattutto ha fatto crollare l'ultimo tabù, il pensare alle autonomie come a qualcosa di sovversivo”. Il presidente del Veneto è fiducioso: “Io sono davvero convinto che questo governo e questo Parlamento abbiano la possibilità di scrivere una pagina di storia”.

E Zaia confida in Draghi: “Lo dico a un presidente del Consiglio che ben conosce i modelli federali internazionali – evidenzia – e dunque siamo pronti a una legge quadro che confermi le nostre aspettative”.

Villanova: “Tempi maturi, impensabile ritardare oltre”

Dopo l'incontro tra il presidente della Zaia e il collega dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il presidente dell'intergruppo Lega-Liga Veneta in consiglio regionale del Veneto annuncia una risoluzione a sostegno della richiesta di autonomia. "Due presidenti di Regione, in rappresentanza di quasi 10 milioni di persone, si sono incontrati e hanno lanciato un messaggio chiarissimo a Roma. I tempi per l'autonomia di Veneto ed Emilia-Romagna sono ampiamente maturi, impensabile ritardare oltre", dice Alberto Villanova.

"Luca Zaia e Stefano Bonaccini rappresentano circa un sesto degli italiani e oltre 300 miliardi di euro di Pil. Da Piacenza a Belluno, c'è una galassia di aziende all'avanguardia che insieme a loro chiede da anni di avere quello che in Costituzione è già previsto: più autonomia per continuare ad amministrare nel migliore dei modi i propri territori, offrire ancora più servizi e rispondere personalmente ai cittadini del proprio operato, nel pieno rispetto della solidarietà tra Regioni", rincara il consigliere regionale.