Tregua in Veneto tra Lega e Zaia: ecco la strategia “a tre punte” per il 2025 a prescindere dal terzo mandato

Il giovane segretario veneto e salviniano Alberto Stefani: “L’ipotesi? Una lista Lega, una lista Zaia e una civica degli amministratori locali”

Venezia, 19 marzo 2024 – É tregua in Veneto tra Lega e Zaia e, dopo il gelo tra segretario e governatore, seguita dalla mossa per ricompattare le truppe e giocarsi alle Regionali del 2025 la sfida con Luca De Carlo e Fratelli d'Italia, si tenta la strada di realizzare una “lista Zaia”. Un percorso che, a prescindere dal terzo mandato, includa come protagonista il governatore e sfrutti il radicamento sul territorio acquisito nell’ultimo decennio perché la Lega ha capito che in Veneto non ci sono chance di vittoria senza Luca Zaia. E a un anno e mezzo dal voto è il giovane segretario veneto e salviniano Alberto Stefani che sta preparando la strategia per mantenere la Lega a Palazzo Balbi anche dopo il 2025.

Tregua in Veneto tra Zaia e Lega. Nel riquadro il segretario veneto Alberto Stefani
Tregua in Veneto tra Zaia e Lega. Nel riquadro il segretario veneto Alberto Stefani

La strategia

La strategia in preparazione mette in campo tre punte per il voto fra 500 giorni: la Lega di via Bellerio, la lista di Zaia, e tante micro-liste identitarie affidate ai 144 sindaci e ai suoi mille amministratori sul territorio. Insomma, se l'incarico in Europa, uscito dal cilindro di Matteo Salvini non ha scaldato per niente Zaia - che ha giurato di non saperne nulla - potrebbe essere il piano nelle mani del segretario veneto Alberto Stefani a portare la tregua tra Venezia e Milano. Dopo la freddezza percepita nel vertice Salvini-Zaia venerdì scorso a Padova - il segretario federale a cena aveva visto solo i suoi fedelissimi - ieri c'è stata l'uscita di Stefani.

Stefani: “Ipotesi 3 liste: Lega, Zaia e civiche”

“Anche per quanto riguarda il Veneto 'squadra che vince non si cambia’: vale per Zaia, ma potrebbe coinvolgere anche molti consiglieri regionali” ha dichiarato l'enfant prodige e deputato leghista, 31 anni, nel partito da quando ne aveva 16. Nel giugno scorso Stefani aveva vinto a mani basse (228 voti contro 160) il congresso regionale, zittendo i mal di pancia dei veneti anti-Salvini. Zaia e Stefani, inoltre, si parlano. “Non escludo - ha spiegato - che si possa procedere con la formula già utilizzata con Zaia in altre regionali; ovvero ipotizzando una lista Lega, una lista Zaia, qualora il presidente fosse d'accordo, e una o più liste civiche di amministratori locali”.

Il radicamento sul territorio

Base del piano è il radicamento della Lega nel territorio. Una forza d'impatto fatta di sindaci, assessori, consiglieri che in Veneto non ha nessuno. Neppure il partito di Giorgia Meloni, che pure qui alle politiche ha surclassato Salvini. La discesa in campo delle liste civiche dei sindaci della Lega sarebbe facilitata anche dal fatto che le legge elettorale non fissa un limite al numero di liste di un candidato. Gli amministratori dei Comuni (loro sì incompatibili con l'elezione in Regione) potrebbero poi optare per il mantenimento della poltrona in municipio. La campagna “identitaria” della Lega sarà messa a punto in un vertice che Stefani fisserà entro poche settimane, a Padova.

Il potenziale del 40%

Nelle voci che si rincorrono in casa leghista - di cui dà conto il Gazzettino - vi sono stime che parlano di un potenziale 40% di consensi con questa strategia, che potrebbe staccare anche ipotetica corsa a due Fdi-Forza Italia in Veneto. Manca però un anno e mezzo, e gli scenari potrebbero cambiare. “Mancano 500 giorni, pensiamo a lavorare” è stata la frecciata scoccata da De Carlo, convinto che i veneti “non apprezzino tutto questo atticismo”.

Zaia: “Terzo mandato? I cittadini chiedono di essere liberi di scegliere”

Luca Zaia non cambia intanto il suo atteggiamento apparentemente distaccato sulla “volatona” delle regionali 2025: "Io sono concentrato a lavorare sulla Regione”, ha detto il governatore, inaugurando un nuovo bacino di laminazione contro le alluvioni, a Trissino (Vicenza). E il terzo mandato, partita chiusa? “I cittadini chiedono di essere liberi di scegliere la propria classe dirigente - ha risposto Zaia - ma la caratteristica di questo Paese è che sindaci e governatori non possono ricandidarsi dopo due mandati. Invece tutti gli altri possono starci a vita”.