Veneto, 25 agosto 2021 - La Sorveglia sanitaria sulla presenza di tracce di Sars Covid 2 in piccole comunità come scuole, mense, fabbriche si può fare in maniera non invasiva , senza personale medico e a bassa costo, tramite l'analisi della saliva sui rifiuti. É quanto afferma lo studio recentemente pubblicato nella prestigiosa rivista 'Science of the Total Environment', dal titolo 'An innovative approach for the non-invasive surveillance of communities and early detection of SARS-CoV-2 via solid waste analysis' e condotto da ricercatori e tecnici delle Università di Perugia, Padova, Venezia e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). L'approccio può rappresentare per piccole comunità, come scuole, mense, fabbriche, una metodologia innovativa e non intrusiva, a complemento della sorveglianza clinica, basata invece sulle diagnosi dirette (tamponi faringei, tamponi nasali, test sierologici).
La ricerca su tazze da caffè e lattine
Proprio per l’impatto che la pandemia sta ancora avendo nella società, si stanno sempre più affermando nell’epidemiologia nuovi approcci multidisciplinari per il monitoraggio e contenimento della diffusione del virus. La ricerca ha indagato la potenziale presenza di RNA di SARS-COV-2 in 20 diversi siti in un’area del Nord Italia caratterizzata da una superficie di 570 kmq ed una popolazione di 650.000 abitanti durante il secondo picco di COVID-19 (9 gennaio-20 febbraio 2021). In ciascun sito è stato campionato un numero da 50 a 100 unità di rifiuti che sono stati a contatto con la saliva umana, come tazze da caffè, bicchieri e bottiglie in plastica o lattine, e trasportati in un laboratorio dove sono stati opportunatamente trattati per essere sottoposti ad analisi tramite tampone. Infine, tutti e venti i tamponi (uno per sito) sono stati analizzati presso i laboratori dell’Istituto Superiore di Sanità; in tre tamponi è stata rilevata la presenza di Rna di Sars Cov-2.
Informazioni economiche e in tempi rapidi
"I risultati della nostra ricerca – spiega il prof. Alberto Pivato del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Padova, uno degli autori dello studio – aprono nuovi orizzonti per l’applicazione di un approccio per la sorveglianza sanitaria-ambientale basato sul rilevamento di Rna di Sars-Cov-2 su rifiuti che sono stati a contatto con la saliva e denominato 'solid waste-based surveillance' (Sorveglianza basata sul rifiuto solido, Swbs). Il vantaggio principale è quello di poter potenzialmente restituire in tempi rapidi informazioni utili a determinare la presenza del SARS-CoV-2 e/o di altri virus simili non nel singolo soggetto, ma in piccole comunità come scuole, mense, fabbriche, senza l’ausilio di personale medico specializzato. Tale approccio consentirebbe di rilevare con continuità ed in maniera economica e tempestiva la presenza di virus, consentendo interventi di contenimento più rapidi ed efficaci".