Ucraina: 2.900 profughi in Veneto. Zaia: "Attivati 3 hub e 300 posti prima accoglienza"

Il bollettino degli arrivi quotidiani dal conflitto: 948 rifugiati solo a Treviso. Primi tre hub per i profughi negli ex ospedali di Isola della Scala, Noale e Valdobbiadene

Venezia, 11 marzo 2022 - Il bollettino degli arrivi. A ieri 10 marzo, i profughi ucraini arrivati in Veneto e registrati dalle prefetture sono circa 2.900. Quasi un terzo di questi, 948, si trovano in provincia di Treviso. "Abbiamo attivato già da stamattina tre hub in ex-strutture sanitarie aperte per soccorsi di prima accoglienza temporanea. All'interno i profughi, appena arrivati in Veneto dall'Ucraina, vengono accolti e, entro 4-5 giorni, possono essere collocati altrove". Così il presidente della Regione del Veneto in veste di Commissario per l'emergenza Luca Zaia annuncia l'attivazione da oggi dei primi tre hub di prima accoglienza per i profughi in Veneto. 

"Qui saranno effettuate le prime visite mediche, lo screening, le vaccinazioni- prosegue il governatore - e tutti i trattamenti sanitari necessari compresa l'assistenza psicologica. I profughi stanno continuando ad arrivare in maniera disordinata con flussi non sempre controllabili. Stanno arrivando molte donne e bambini, e ci aspettiamo che i prossimi arrivi saranno di persone sempre più in difficoltà. La macchina commissariale regionale è attivata al massimo per seguire passo passo le evoluzioni della situazione". 

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Le strutture negli ex ospedali

I tre hub sono stati attivati nell' ex-ospedale Isola della Scala (100 posti a disposizione per gli arrivi a Verona e Vicenza), nell'area dedicata dell'ospedale di Noale (100 posti a disposizione per gli arrivi in provincia di Venezia, Padova e Rovigo) e nell'ex-ospedale di Valdobbiadene (100 posti a disposizione per gli arrivi di Treviso e Belluno). La Protezione Civile regionale, attraverso le organizzazioni di volontariato con il coordinamento delle province gestirà la parte amministrativa dell'accoglienza mentre la parte sanitaria è in capo alle aziende sociosanitarie del territorio di riferimento. A questi primi tre hub ne seguiranno altri con l'obiettivo di aumentare progressivamente il numero di posti di accoglienza disponibili.