Vinitaly 2022, si chiude un'edizione da record: 88mila visitatori, 28% di buyer stranieri

Sono 25mila i buyer provenienti da 139 Paesi stranieri. Il settore internazionale è stato penalizzato da una forte contrazione degli arrivi da Cina, Giappone e Russia

Vinitaly 2022, panoramica della fiera

Vinitaly 2022, panoramica della fiera

Verona, 13 aprile 2022 – È stata un’edizione dai grandi numeri quella di Vinitaly 2022, a Verona oggi si chiude la 54esima fiera del vino con il record storico di buyer stranieri. Su 88mila operatori del settore arrivati in fiera nei quattro giorni di apertura, il 28% proveniva dall’estero: 25mila buyer di 139 Paesi diversi. "Segnare il record di incidenza di buyer esteri in un anno così difficile sul piano congiunturale e geopolitico è tutt’altro che banale ed evidenzia tutta la determinazione di Veronafiere nel perseguire i propri obiettivi”, commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.

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Dopo due anni difficili, quest’anno la ripresa c’è stata, ma con una fortissima contrazione degli arrivi da Cina e Giappone, legata alle limitazioni pandemiche agli spostamenti internazionali, oltre ovviamente ai buyer russi. Un contingente che pesa complessivamente per circa 5mila mancati arrivi, ma che non ha impedito la rimodulazione dell'assetto partecipativo di una manifestazione che in chiave nazionale ha anche rilanciato le presenze del Centro-Sud in rialzo con quelle del Nord. Un Vinitaly che segna il solco più profondo degli ultimi anni di una manifestazione sempre più orientata al business, con i “wine lover” nella città medievale, palcoscenico naturale di “Vinitaly and the City”.

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Per il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, "il ruolo delle fiere italiane è sempre più legato all’aumento numerico delle imprese che si avviano all’internazionalizzazione, in particolare delle Pmi. Vinitaly, in questa edizione più che mai, si è concentrato molto su questo aspetto con un risultato molto positivo in favore di un settore morfologicamente caratterizzato da piccole realtà”. Guardiamo ora al 2023 – ha aggiunto Danese – con un evento ancora più attento alle logiche di mercato e alla funzione di servizio e di indirizzo della nostra fiera in favore di un comparto che abbiamo ritrovato entusiasta di essere tornato a Verona dopo 3 anni".