Carabinieri
Treviso, 1 agosto 2022 - Mariia era scappata dalle bombe in Ucraina, insieme alla mamma e alla sorellina, ed era ospite della nonna, a Vittorio Veneto. Quella gita al lago che doveva essere una giornata di spensieratezza, si è trasformata in una tragedia.
Sono cinque i nomi iscritti nel registro degli indagati dal pubblico ministero Valeria Peruzzo, nel fascicolo aperto per omicidio colposo e omissione di vigilanza, dopo la morte della piccola Mariia Markovetska, la rifugiata ucraina di 7 annegata nelle acque del Lago di Revine.
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La gita con il Grest al Lago sarebbe dovuto essere un momento di festa. Ad aver ricevuto gli avvisi di garanzia sono sia gli animatori che in quel giorno hanno accompagnato una sessantina di bambini in gita, ma anche rappresentative. In particolare Martina Paier, 22 anni di Vittorio Veneto, Tiffany De Martin, 21enne di Fregona, Camilla Rizzardi, 36 anni di Revine Lago e Simonetta Da Ronch, 55 anni di Vittorio Veneto.
Tra gli indagati anche una religiosa, suor Maddalena (Marina Baro), la responsabile amministrativa del Campus San Giuseppe di Vittorio Veneto, l'istituto che organizza il Grest.
Gli indagati hanno la possibilità, attraverso i loro legali, di nominare dei propri consulenti di parte. In particolare, tra i nodi da sciogliere nell'inchiesta, ci sono cinquanta minuti di "buio" tra la scomparsa di Mariia e il suo ritrovamento. Gli animatori erano in numero sufficiente per poter sorvegliare così tanti ragazzini? O sono state commesse delle leggerezze costate la vita alla piccola rifugiata. I nonni della piccola sono disposti, se necessario, anche a fare una seconda autopsia sul corpo della piccola in Ucraina, dove la bambina verrà sepolta e dove il papà sta combattendo.