
Guardia di Finanza in azione. Lavoro in nero e merce irregolare, negozio chiuso
Treviso, 14 giugno 2024 – Fermate dalla Guardia di finanza ben 30 persone coinvolte in un giro di truffe in Veneto e non solo. Sin dal 2018 operavano tramite 22 imprese attive nelle province di Bergamo, Brescia, Caserta, Chieti, Ferrara, Milano, Napoli, Padova, Rovigo, Roma, Salerno, Treviso e Venezia. A cadere nella trappola cinque società di leasing delle province di Milano, Venezia, Siena e Bologna.
Complessa l’organizzazione, portata a galla dal Comando provinciale delle Fiamme Gialle di Treviso con il coordinamento della Procura. Gli indagati proponevano alle società di leasing l’acquisto di macchinari industriali in realtà inesistenti, che sarebbero dovuti essere affittati a conduttori terzi individuati proprio dagli stessi fornitori. Ma una volta portati a termine tutti gli adempimenti burocratici relativi all’affitto, i conduttori pagavano solamente le prime rate o non onoravano il contratto, facendo infine perdere le proprie tracce.
I casi di truffa sono ben 18. I beni più ‘venduti’ erano i generatori di corrente, ceduti per importi tra i 40mila e gli 80mila euro, causando alle società di leasing un danno complessivo pari a circa un milione di euro. Tra gli altri prodotti anche carrelli elevatori, troncatrici e insacchettatrici.
A seguito delle investigazioni, cinque degli indagati sono accusati di associazione a delinquere. Agli altri è contestata la truffa aggravata dall’abuso di prestazione d’opera per aver predisposto – con falsi collaudi e repertori fotografici alterati – atti idonei a ritenere realmente esistenti i macchinari proposti in vendita alle società di leasing, simulandone la cessione ai conduttori finali mediante il ricorso a falsi documenti di trasporto. Infine, per i dieci amministratori di diritto e di fatto delle quattro aziende trevigiane coinvolte, che avevano il ruolo di proporre la vendita dei macchinari inesistenti, incombe anche l’accusa di aver violato la normativa tributaria, tra cui l'omessa dichiarazione, l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti pari a 3,5 milioni di euro, evadendo l’Iva per 1,5 milioni di euro.