GIACOMO MASCELLANI
Cronaca

L’azienda produceva fatture false: scoperta frode fiscale da 8 milioni

Cesena: finisce nei guai il titolare di una ditta individuale del distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli

L’indagine è stata condotta dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Forlì-Cesena (foto di repertorio)

Cesena, 14 maggio 2024 – Gli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Forlì-Cesena, hanno scoperto un’ingente frode fiscale nel distretto calzaturiero sul territorio di San Mauro Pascoli. Le fiamme gialle hanno alzato il coperchio su una serie di truffe realizzate attraverso l’emissione di fatture per forniture ed operazioni in realtà inesistenti, per un movimento complessivo di oltre 8 milioni e 600mila euro.

La scoperta della “cartiera” è stata fatta al termine di articolate indagini svolte nel settore dei reati tributari, dove al centro dell’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, è finita una ditta individuale presente appunto a San Mauro Pascoli, località nota per la produzione di scarpe e accessori. Nei guai è finito il titolare dell’azienda, un imprenditore di 50 anni originario della Cina, nei confronti del quale l’Autorità giudiziaria ha già emesso i primi provvedimenti, al termine delle indagini preliminari. È un atto che in sostanza prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. I gravi reati contestati sono l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, omesse dichiarazioni, evasione fiscale e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Peccato che il 50enne non sia più reperibile.

Ancora una volta le indagini sono state condotte dai militari della Tenenza di Cesenatico della Guardia di Finanza, che sono competenti per l’intera costa della provincia di Forlì-Cesena e per il territorio della Valle del Rubicone. I finanzieri hanno ricostruito un corposo giro di fatture false, attraverso l’esecuzione di minuziose investigazioni bancarie e finanziarie, incrociando poi una serie di informazioni ricavate dalle varie banche dati in uso alla Guardia di Finanza e dai dati della fatturazione elettronica.

In particolare le indagini si sono concentrate su un’impresa, formalmente ubicata a San Mauro Pascoli in via San Crispino, dove ci sono altri capannoni artigianali. Il titolare qui aveva emesso fatture per oltre 8,6 milioni di euro nel biennio 2019-2020, quindi anche in piena emergenza sanitaria, ma non risultava aver presentato le dichiarazioni dei redditi e dell’Imposta sul valore aggiunto (Iva), non aveva versato le imposte, era privo di una struttura, non aveva i mezzi, non disponeva di attrezzature per realizzare i prodotti, non aveva assunto dipendenti e non aveva mai effettuato acquisti di merce.

Nonostante ciò, l’azienda dell’imprenditore cinese aveva emesso fatture nei confronti di ben 150 ditte, situate nelle città dell’Emilia, in Toscana, in Lombardia e anche nel Lazio. Nei confronti dei titolari di queste ditte i finanzieri cesenaticensi stanno procedendo con le contestazioni fiscali, coinvolgendo un centinaio di altri reparti di colleghi competenti in altri territori. Queste 150 partite Iva sono quasi tutte intestate ad imprenditori cinesi ed una di queste società fa riferimento proprio al 50enne truffaldino; fra gli altri nomi ci sono quelli di uomini che in Cina sono stati indagati e parecchi anche arrestati per sfruttamento della prostituzione, traffici di droga e di armi. Nel corso delle indagini la Guardia di Finanza ha anche scoperto che il titolare, allo scopo di non pagare le imposte e le sanzioni per almeno 4,5 milioni di euro, nel 2019 e nel 2020 aveva effettuato oltre 220 bonifici verso la Cina e Hong Kong, senza alcuna giustificazione contabile, trasferendo all’estero denaro per circa 6,2 milioni di euro, al fine proprio di togliere alla ditta ogni capacità contributiva e rendere inefficace la procedura di riscossione da parte dell’Erario. In sostanza i soldi non pagati all’Italia per le imposte, sono finiti in Cina e Hong Kong, attraverso consulenti compiacenti.

Le indagini sono partite nel 2020, quando la filiale di Prato di Extrabanca ha interessato l’ufficio antiriciclaggio, azionando le leve del Sos, le segnalazioni sulle operazioni sospette. Quando l’imprenditore 50enne faceva i bonifici trasferendo ingenti somme all’estero, presentava delle bolle doganali per acquisto di merci dalla Cina, che erano sospette e successivamente si è scoperto che anche questi documenti erano falsi.

Le indagini della Tenenza di Cesenatico si sono concluse nel 2021 ma le notizie vengono date soltanto ora perchè nel frattempo, nell’ambito di altre indagini legate a questi fatti, il Gico di Firenze ha arrestato dei consulenti finanziari.