Turetta, gli inquietanti messaggi alla sorella di Giulia Cecchettin: “Falle accendere il telefono”

Il 22enne era ossessionato dall’ansia del controllo verso la ragazza, a ‘Chi l’ha visto?’ risuona la sua voce mentre chatta su WhattsApp con Elena. “Filippo dalle un attimo di respiro”

Vigonovo (Venezia), 7 dicembre 2023 – "Ciao scusa, puoi far accendere il telefono alla Giulia e farglielo lasciare acceso?”. Dalla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’, andata in onda ieri sera, emerge una inquietante ansia del controllo che tormentava Filippo Turetta quando non aveva sott’occhio la sua ex Giulia Cecchettin. Il 22enne, in carcere per averla uccisa, sembrava voler controllare anche la festa di laurea della povera ragazza, che doveva essere pochi giorni dopo il femminicidio. 

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Filippo Turetta andava dallo psicologo, una seduta programmata anche il 17 novembre

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A 'Chi l'ha visto?' i messaggi che Filippo Turetta mandava a Elena Cecchettin (a sinistra) per controllare Giulia (nella foto al centro)
A 'Chi l'ha visto?' i messaggi che Filippo Turetta mandava a Elena Cecchettin (a sinistra) per controllare Giulia (nella foto al centro)

"Falle lasciare il telefono acceso”

Tanto da tempestare di messaggini, se Giulia non rispondeva, chiunque fosse con lei: ovvero amiche e sorella. Il programma condotto da Federica Sciarelli mostra una serie di messaggi WhatsApp che Filippo scrive a Elena Cecchettin. "Ciao scusa, puoi far accendere il telefono alla Giulia e farglielo lasciare acceso?” e che poi, quando Elena gli risponde con un secco “no”, aggiunge: “Perché?! Non è giusto, non può non cagarmi per tutte ste ore. Mi aveva promesso ieri che mi scriveva durante la giornata...dille almeno che le ho scritto”.

"Filippo dalle un attimo di respiro”

Nel prosieguo della conversazione Elena Cecchettin non cede alle richieste e prova a far ragionare il giovane: "Filippo dalle un attimo di respiro”. Parole che scatenano la reazione di Turetta e fanno comprendere meglio la sua ossessione: “Di respiro da cosa - scrive infatti Filippo - Mi aveva promesso che mi mandava qualche foto e video della giornata”. E poi conclude: “scusa, grazie”.

"A Giulia non piacciono le tisane”

"A lei non piacciono le tisane, anzi non le beve proprio…''. La voce di Filippo Turetta risuona nell'audio mandato in onda in esclusiva da 'Chi l'ha visto. Nell'audio, parlando degli elementi da inserire nel 'papiro di laurea', disegno ironico con caricatura che gli amici avrebbero dovuto regalarle per la laurea, Turetta dice: ''La Giulia non le ha mai bevute le tisane - dice ancora Turetta - anzi per lei sono acqua sporca. A meno che tu non mi dici che è una caratteristica della Giulia ma non mi pare proprio. Quindi possiamo anche tralasciarlo questo dettaglio che hanno scritto''.

Turetta aveva visto uno psicologo

Aveva preso degli appuntamenti con uno psicologo della sanità pubblica nei mesi scorsi Filippo Turetta, ma, a parte il primo incontro, a settembre, non si sarebbe mai presentato ai successivi. Il giovane si sarebbe presentato ad una prima visita a settembre, non alle altre, calendarizzate a ottobre e, l'ultima, il 17 novembre. In quella data Filippo era già latitante da una settimana, con la polizia di mezza Europa alle calcagna.

L'auto e le indagini

Una fuga di mille chilometri, da Fossò (Venezia) a Lipsia sulla Fiat Punto nera, ancora in custodia della polizia tedesca, che adesso, fonti italiane, dicono che andranno a prelevare per riportarla qui entro metà dicembre; forse quindi la prossima settimana. A quel punto le indagini potrebbero vedere un balzo in avanti. Perché sull'auto sono stati trovati il coltello, con una lama di 12 centimetri che si ritiene sia l'arma usata per l'omicidio, oltre ad altri elementi - i sacchetti di nylon neri, uguali a quelli trovati accanto al corpo della studentessa, e il nastro adesivo - che potrebbero aver peso se l'accusa deciderà di contestare la premeditazione. Gli investigatori potranno inoltre analizzare il telefono rinvenuto nell'auto, che potrebbe essere quello di Giulia. Resta in calendario anche un incontro tra Carabinieri e le forze dell'ordine tedesche e austriache, per una ricostruzione puntuale dell'itinerario seguito da Turetta nella fuga dall'Italia.

Perizia psichiatrica

Filippo è rinchiuso nella sezione infermeria del carcere veronese di Montorio, controllato per prevenire il rischio di gesti autolesionistici. La Procura di Venezia non prevede per ora nuovi interrogatori. La perizia psichiatrica - se verrà chiesta al gup, o nel corso del dibattimento - è un'arma che la difesa valuterà più avanti. In ipotesi, la difesa potrebbe chiedere al giudice una perizia per stabilire lo stato mentale dell'imputato al momento della commissione del fatto. Questo per comprendere se l'attuazione del reato sia stata condizionata o meno da una condizione psicopatologica, o una seppur parziale incapacità di intendere e di volere nel momento del fatto. Cosa che potrebbe aprire la strada alle attenuanti, per evitare la pena massima dell'ergastolo.