Damiano Tommasi, nuovo sindaco di Verona: qual è stata la sua carta vincente?

Ha scardinato la roccaforte leghista con il 53,4%, superando Federico Sboarina di quasi 7mila voti. Ecco perché e come ha fatto

Verona, 27 giugno 2022 – È riuscito a vincere una sfida che tutti davano per impossibile: coalizzare la società civile con i valori del centrosinitra, parlare ai cattolici “sfilandoli” a monsignor Zenti, il vescovo veronese che alla vigilia del voto aveva richiamato alle armi i preti scaligeri con un appello: “Votate gli anti-gender”. E invece, Damiano Tommasi, il nuovo sindaco di Verona, ha fatto il pieno di consensi nella roccaforte leghista, premiata per decenni proprio dal “popolo della chiesa”.

“La voglia di partecipazione credo sia stata la vera chiave della campagna elettorale – conferma Tommasi – Verona aveva voglia di girare pagina e lo ha dimostrato”. Dal capoluogo veneto, per il vincitore del centrosinistra,”è arrivato un doppio segnale: che si vince parlando di progetti, parlando delle proprie proposte senza denigrare l'avversario, senza insultare o provocare. Il secondo messaggio è che Verona è tanto altro rispetto a quello che era pervenuto e di quanto superficialmente è stato giudicato”.

Sindaco di Verona, trionfo di Tommasi: "Abbiamo scritto una pagina di storia"

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Un risultato storico

Un “risultato storico”, come lo aveva definito Tommasi dopo il vantaggio del primo turno, che si è consolidato nelle settimane successive fino ad arrivare, stanotte, al gol del campionato più importante: Damiano Tommasi, 48 anni, ha stracciato il sindaco uscente Federico Sboarina al ballottaggio con 50.118 voti, contro i 43.730 dell'avversario. Ha superato ampiamente la metà degli elettori ritornati alle urne (con un’affluenza scesa al 46,84% rispetto al 55,08 del primo turno) con un inimmaginabile 53,4% e Sboarina impantanato al 46,6% che lo ha portato dritto a Palazzo Barbieri, dove oggi inizia la partita più difficile: governare Verona.

Sboarina è riuscito a portare dalla sua parte un pezzo dell’elettorato di Flavio Tosi, l’ex sindaco arrivato terzo al primo turno. con cui Sboarina non ha voluto fare apparentamenti, mettendo in una posizione scomoda il centrodestra. Una presa di posizione a cui Tosi ha riposto invitando i veronesi a disertare le urne, tra l’imbarazzo di Forza Italia che lo aveva appena tesserato.

La carta vincente

Una delle carte vincenti per Tommasi è “l'aver proposto un'idea sola, nuova, di Verona. È stato fondamentale”, sottolinea il nuovo sindaco. La svolta è arrivata col progetto “Rete!”, una sorta di coordinamento politico firmato Tommasi che ha messo insieme partiti e liste civiche, ma senza misurarsi sul campo con un simbolo sulla scheda e questo gli ha consentito di parlare a tutti, anche a quella parte di Cl e al mondo della scuola che Tommasi conosce come le sue tasche, tra pregi e difetti. Tra le imprese dell’ex calciatore, infatti, c’è la creazione con la moglie Chiara di un polo scolastico d'eccellenza, con 400 studenti e lustro internazionale, ispirato ai valori di don Milani.

E poi ha saputo muoversi e parlare con il linguaggio del sindacato, lui che è stato a capo dell’Associazione italiana calciatori, con le strategie giocate a tavolino che lo hanno portato alla vittoria, con un “fair play” e un apparente “understatement” che spesso i politici di lungo corso hanno dimenticato. Nessuna piazza con i politici, Damiano ha disertato i comizi elettorali con i leader del  Pd, Letta in primis, concentrandosi su quella parte di cittadini allergica alla politica, alle prese con gli alti e bassi della vita di tutti i giorni.