Ancona, 9 ottobre 2011 - ANCONA è immersa nell’amianto, ma la Regione impone di non rivelare l’ubicazione degli edifici sotto accusa. Secondo l’ultimo censimento effettuato dal centro specializzato dell’Arpam di Pesaro, la presenza del minerale-killer (considerato fuorilegge da una legge del 1992) dentro e sopra gli edifici pubblici e non del capoluogo è piuttosto cospicua. I dati che emergono dallo studio, inoltre, rivelano esclusivamente l’amianto certificato.

Si tratta di dati sensibili e di forte interesse pubblico, eppure l’Arpam ha avuto il diktat dal governo regionale di diffondere soltanto i dati freddi senza indicare di quali edifici si stia parlando. Ci sono, ad esempio, 16 edifici adibiti a scuole o centri di ricerca, ma non si sa quali siano. Rispondere al censimento non era obbligatorio da parte degli enti interessati, tra imprese e servizi pubblici: «Si tratta dell’amianto censito e non della situazione fotografata nel Comune di Ancona — spiegano i responsabili del centro amianto dell’Arpam di Pesaro che il censimento lo hanno curato —.

Infatti a partire dalle 27.480 schede inviate alle imprese e agli edifici pubblici, soltanto 4.682 schede sono ritornate alla Asur 7, il 17%). Il numero delle risposte ottenuto, tuttavia, non va consierato basso per due ragioni: la normativa nazionale e regionale prevede l’obbligatorietà di risposta solo in caso di presenza di amianto friabile o floccato; è verosimile che molte delle schede non pervenute siano relative a edifici/imprese in cui non vi è presenza/utilizzo di amianto».

Nonostante abbia risposto all’appello appena un sesto degli interessati, i dati che emergono sono già preoccupanti. Si parla di amianto compatto (per lo più tubature, intercapedini ecc.) e friabile (eternit, coperture e via discorrendo). Ecco quelli più significativi: gli alberghi/pensioni con amianto sono 3 con 1,6 tonnellate di amianto compatto; ben 16 le scuole dove non c’è amianto friabile ma ce ne sono 126 tonnellate.; sono invece 95 le tonnellate che ricoprono o sono racchiuse nelle intercapedini di teatri, cinema e simili; ospedali e case di riposo non fanno eccezione, gli edifici sono 3 e le tonnellate complessive 3,6; preoccupano le aziende con ben 66 capannoni dove abbiamo sia amianto friabile seppure in dimensioni limitate che compatto, oltre 700 tonnellate, il dato più elevato dell’intero campione a cui si devono aggioungere le 890 tonn. che interessano i 48 magazzini; sono 14 gli impianti sportivi interessati con oltre 70 tonn.

Una delle statistiche che più preoccupano è quella che riguarda gli uffici aperti al pubblico dove l’amianto è stato rinvenuto in 8 edifici (8 anche gli uffici interessati ma non aperti al pubblico). Oltre alle 75 tonnellate di amianto compatto, ma soprattutto 7,5 tonnellate di amianto friabile e quindi potenzialmente più pericoloso perché se respirato con costanza può portare a conseguenze fisiche gravi. Di interesse pubblico sono anche gli esercizi commerciali, negozi, grandi magazzini e così via. Sono 40 gli edifici e oltre 500 le tonnellate di amianto compatto. Infine, altro settore di forte interesse pubblico, gli edifici residenziali, le nostre case: sono 45 i palazzi sotto accusa che ‘nascondono’ 42 tonnellate di amianto non friabile. Vogliamo chiudere con l’ultimo dato che riguarda i luoghi di culto, appena 2 in città.