Ancona, 3 febbraio 2012 - L’INCIPIT del sito (www.acqualucebianca.it) è tutto un programma. «Le acque a luce binaca scaturiscono nei luoghi di apparizione della Vergine Maria. Sono dunque un dono divino. Perchè ci viene offerto questo dono? Come possiamo utilizzarlo, come rispondere a questa offerta? Per l’uomo che ha perso l’immagine e la somiglianza originaria, è difficile comprendere il significato profondo di queste Acque, che ci riportano informazioni di luce. L’Angelo invocato si manifesta loro in una scala di luce». Alzi la mano chi ci ha capito qualcosa. E continua così, in un mix di colori, tra cieli carichi di soffici nuvole bianche e gocce cristallizzate in specchi lucentissimi.
 

Una bufala gigante, secondo la Procura di Ancona e i carabinieri del Nas, frutto della mente di una biologa, la dottoressa Enza Maria Ciccolo e di un manipolo di suoi collaboratori che da due anni avrebbero fatto credere ad almeno 500 persone sparse in tutta Italia di poter alleviare le loro pene di malati, alcuni affetti da tumori e persino dalla Sars, dispensando gocce d’acqua «santa». In realtà era semplice acqua di rubinetto e ci sono molti dubbi che provenisse, come diceva la biologa, da Lourdes, Fatima, Medjugorje, San Damiano e Montichiari.

Le acque miracolose e uno studio medico collocato in una megavilla agli Svarchi di Numana (con tanto di piscina interna) sono state sequestrate dal Nas per volere della Procura dorica. Enza Maria Ciccolo, 71 anni, pensionata, è a capo del Giba, «Gruppo di ricerca idrofrequenziale per il riequilibrio bioenergetico dell’individuo e dell’ambiente». Solo per comprendere la dicitura ci vuole una laurea. Figurarsi come potevano sospettare le decine di persone, forse un po’ credulone, magari anche poco istruite, di trovarsi invischiate in una truffa colossale. Almeno duecento euro a visita, anche di più, a seconda dei casi. La «santona» è stata denunciata per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, lesioni, esercizio abusivo della professione medica, immissione in commercio di sostanze vantanti proprietà terapeutiche prive di autorizzazione ministeriale.

La Ciccolo, col tam tam del web e del passa parola, era diventata così famosa da aprire succursali mediche a Milano, Bari, Venezia. Innumerevoli le sue trasferte fuori dalle Marche per incontri, convegni, presentazioni di volumi. La biologa che si dice seguace dell’auricolomedicina del prof. Paul Nogier, sostiene di essere laureata a Pisa e di aver sostenuto studi di aurociclomedicina a Lione. Sarebbe l’inventrice della «tecnica idrofrequenziale». In un miscuglio senza senso di magìa e religione, avrebbe fatto credere ai suoi pazienti che solo le acque di provenienza mariana possiedono le sette frequenze dei colori dell’arcobaleno e le tre energie fondamentali: polarizzata, elettrica e magnetica. Acque che possono favorire una «profonda comprensione della malattia, dalla quale scaturisce la possibilità di una guarigione di tutti i piani dell’essere». Qualcuno evidentemente dopo un po’ di terapia, ha mangiato la foglia e ha dato il via agli accertamenti del Nas. I carabinieri hanno appurato che nessuno dei 38 collaboratori della biologa (tra cui la figlia) ha qualità e titoli di studio medici. Ma in compenso dal laboratorio degli Svarchi, protetto da cancelli e cani addestrati alla guardia, uscivano ricette e prescrizioni. Dentro, i carabinieri hanno trovato, oltre a centinaia di boccette e flaconi contenenti l’«acqua santa», lettini e altro materiale da studio medico. Tutto, fuorchè qualcosa di santo.