Ancona, 17 febbraio 2013 - Francesco Schettino, il comandante della «Costa Concordia», naufragata più di un anno fa all’Isola del Giglio, è stato ufficialmente contattato per essere presente a Numana alla fine di febbraio per portare la sua testimonianza in fatto di viaggi e di turismo.

Per molti mesi si è parlato di lui come di un «mostro», un incosciente che aveva causato, con il suo comportamento sprovveduto, il naufragio della Concordia davanti agli scogli delle «Scole», al Giglio. Trenta morti e due dispersi. Il comandante, origini campane, esperto di mare e di viaggi come pochi, ha sempre rigettato le accuse, almeno gran parte di esse. Ora, il suo ‘status’ è quello di uomo che ha le sue pendenze con la legge: il giudice per le indagini preliminari di Grosseto gli ha revocato i domiciliari, imponendogli solo l’obbligo di dimora nel suo comune, Meta di Sorrento.

I legali di Schettino hanno chiesto la revoca anche di questo provvedimento coercitivo, ma senza successo. Schettino sta cercando affannosamente di ricostruirsi una vita. Lui che in materia di turismo dice di sapere molto, a fine mese sarà presente in Riviera a un incontro che una delle categorie economiche emergenti della nostra zona organizzerà per presentare un progetto di rilancio dell’immagine Conero nel mondo. Tutto questo grazie ai buoni uffici di un noto operatore numanese che di Schettino è ottimo conoscente ed amico. Certo, non sarà così facile, per Schettino, lasciare la sua città, ma i suoi avvocati stanno lavorando già da giorni, dopo che da Numana, è partito l’invito ufficiale a presenziare alla conferenza-presentazione.

L’OBBLIGO per l’ex comandante della «Concordia» sarebbe, come dicevamo, soltanto quello della dimora nel comune di Meta. Per questo, una deroga potrebbe essere concessa. In un memoriale, Schettino ha ripercorso recentemente la notte della tragedia al largo del Giglio. In esso, è scritto: «C’è chi sostiene che l’impatto con la poppa è stato causato da una mia allucinazione, un’allucinazione che mi avrebbe fatto virare a destra provocando la scodata verso sinistra... Altro che allucinazione! Piuttosto – sottolinea Schettino - è stato il mio fiuto, il mestiere, il saper riconoscere il mare, a farmi fare quella sterzata repentina a dritta».

Bruno Orlandini