Parà ucciso, un biglietto in codice riapre il caso

Qualcuno l’ha lasciato sull’auto del fratello a Livorno: "Mi hanno seguito"

Marco Mandolini

Marco Mandolini

Ancona, 4 settembre 2016 - A Castelfidardo c’è una famiglia alla disperata ricerca della verità, anche se mamma Lina è volata in cielo senza sapere chi, il 13 giugno di oltre venti anni fa, ha ucciso il suo Marco, quel figlio che aveva deciso di servire la Patria. Marco Mandolini fu assassinato barbaramente sulla scogliera del Romito a Livorno il 13 giugno del 1995. Il sottufficiale dei reparti speciali dei paracadutisti della Folgore e capo della scorta del generale Loi in Somalia aveva solo 34 anni. E’ una storia tinta di giallo ancora completamente avvolta nel mistero. Dalla città della fisarmonica la ricerca del colpevole non è mai cessata. «Chi sa parli», hanno sempre detto i fratelli Francesco e Flaviano e adesso anche il nipote Marco che porta il suo stesso nome. Poi un segnale, come tanti ce ne sono stati in questi anni di incubo per la famiglia.

Oggi, una nuova svolta: si tratta di un misterioso biglietto apparso un mese fa quando da Castelfidardo il fratello Francesco era andato in Toscana, chiamato per celebrare la giornata della memoria. Quel biglietto è stato scritto a mano con una calligrafia quasi infantile e con errori evidenti di grammatica, una frase breve su un pezzettino di carta che secondo le prime perizie svolte sarebbe stata stilata da una mano destrorsa, non più giovane e di chiara bassa scolarizzazione. Non è escluso però che sia tutto un bluff per depistare ulteriormente il riconoscimento della mano.

Si fa riferimento a Ercole, il nome in codice dell’operatore Marco Mandolini, correlato alla ricerca di un’aquila per risalire al «diavolo», forse colui che l’ha ucciso. Un indovinello molto difficile da interpretare, almeno per ora. «Chi ha depositato il biglietto sull’auto che avevo preso a noleggio deve aver seguito i miei movimenti», racconta Francesco. Qualcuno lo aspettava per dargli quell’informazione. Che abbia voluto davvero aiutare i Mandolini? Da quel giorno di giugno quando Marco fu barbaramente ucciso, la battaglia della famiglia Mandolini va avanti e periodicamente Francesco e Marco, il nipote, fanno una sorta di pellegrinaggio sulla lapide che è stata realizzata sulla scogliera, unica testimone del delitto.

Dato che da lì è iniziato tutto, proprio da quella zona potrebbe arrivare la soluzione decifrando il biglietto in codice. Non è finita. Tante persone da Castelfidardo e non solo se lo augurano pensando anche a mamma Lina e al papà di Marco che dal cielo ringrazierebbero di certo chi riuscirà a scoprire l’identità dell’assassino.