Ancona, 29 novembre 2011 - Un nuovo ‘sindaco’ per Ancona. È Marco Osio, così soprannominato, a prendere il posto di Max Favo sulla panchina dorica. Un matrimonio che stava per celebrarsi a maggio, e che in realtà è stato solo rimandato di qualche mese. Poi l’esonero del tecnico napoletano, a cui è stato fatale il pareggio di domenica a Riccione e le divergenze col presidente Marinelli sul mercato, ha riavvicinato il mister anconetano e la società di via Chiesa.


A meno di clamorosi cambi di strategia, alquanto improbabili, oggi pomeriggio alle 16.30 la presentazione presso la sede dell’Akifix di Monsano. Un appuntamento che probabilmente interromperà il silenzio stampa che la società ha imposto a tutti i suoi tesserati, Favo compreso, che per questo ha deciso di non rilasciare interviste da ex, fino a data da destinarsi. Salvo poi convocare i media locali per presentare il nuovo allenatore. Fatto sta che oggi sarà una giornata intensa per Marco Osio che, prima della conferenza, assisterà a Cozze all’allenamento dell’Ancona che verrà diretto da Marco Lelli. Che ha declinato la proposta di Marinelli di prendere lui le redini della prima squadra, dopo aver fatto il secondo di Favo.


La scheda. Dunque l’Ancona riparte da Marco Osio, il cui curriculum da tecnico però fa già storcere nasi e bocche tra la tifoseria: inizia da team manager nel 2001 al Brescello, per poi diventarne l’allenatore fino al 2002. Seguono esperienze con il Valle d’Aosta, la Pergolese, il Crociati Noceto ed infine per la stagione 2007-08 viene ingaggiato dalla Nuorese, in Serie C2, prima di essere esonerato poche giornate dopo l’inizio del torneo. Nel gennaio 2011 assume l’incarico di allenatore alla Fortis Juventus, società militante in Serie D girone E. Stagione conclusa con una retrocessione.


Le prime parole. Per ora lui nega ogni contatto con l’Ancona: "Rimango in attesa di una chiamata. È una piazza importantissima, ma nella quale allo stesso tempo ci si gioca tantissimo perché le pressioni non mancano. Sarebbe comunque un onore per me allenare l’Ancona, la squadra della città dove sono nato e cresciuto, anche se nella mia carriera da calciatore non ci ho mai giocato".


Il precedente. Eppure le strade si sono incrociate, quando Osio vestiva la maglia del Parma. Al Tardini, venti anni fa, al termine di un match contro i dorici, si avvicinò al settore dei tifosi biancorossi e lanciò la maglia. Puntualmente restituita dai sostenitori che lessero quel gesto come una presa in giro. Lui si giustifica: "Avevo amici che sapevo essere in Curva e volevo solo fare un omaggio. Sono passati ormai tanti anni, credo che molti degli attuali tifosi neanche si ricordino più di quello che è successo e che tutt’ora fatico a spiegare".

Quegli amici che ieri lo hanno tempestato di sms ed mms con le foto dei giornali di Ancona. "Non è sicuramente un momento facile per la squadra — aggiunge Osio, rimanendo nell’ambito delle ipotesi —. Quando si esonera un allenatore è evidente che la società reputa di trovarsi di fronte a un fallimento. E poi c’è il Teramo che sta viaggiando forte. Con sei punti di più non sarebbe l’Ancona a vincere il campionato, ma loro a perderlo".

Si capisce da questo che lui segue con particolare attenzione quello che succede sotto il Conero: "Abito a Parma — conferma —, ma mi tengo aggiornato. Solo che non ho mai visto la squadra giocare e quindi non conosco neanche i suoi giocatori. Ci sarebbe da entrare nel cuore dello spogliatoio per capire i problemi e conoscere invece le potenzialità. Senza dimenticare che c’è sempre la finestra di mercato che sta per aprirsi e so anche che il presidente Marinelli ha tutta l’intenzione di rafforzare la rosa".

 
Il mercato. E lo farà, adesso con l’avvallo proprio di Osio e non più di Favo. Che non accettava gli venissero tagliati alcuni giocatori come Guglielmi, Ottonello e Costa Ferreira, che in quanto under comunque non dovrebbe rischiare, perché non rappresentano costi alti per il bilancio societario. Su cui da oggi non dovrebbe pesare troppo anche l’ingaggio di Osio. Se le scelte di Marinelli saranno state giuste o no, sarà solo il campo a dirlo.