Ascoli, col Bari pareggio all’ultimo minuto

Gli ascolani fanno la partita, con Cacia che sfiora più volte il gol, ma rischiano troppo

Perez esulta dopo aver segnato il gol del pareggio dell’Ascoli contro il Bari (foto Lapresse)

Perez esulta dopo aver segnato il gol del pareggio dell’Ascoli contro il Bari (foto Lapresse)

Ascoli, 24 dicembre 2016- Minuto 92’. Proprio quando il Babbo Natale travestito da Tonelli sembra voler portare in dono all’Ascoli Picchio un pacco con solo bel gioco, tante occasioni, ma nessun punto, ad Aglietti e company arriva Leonardo Perez. Arriva e rimette (a nostro avviso solo in parte, i bianconeri stavolta meriterebbero molto di più) le cose a posto svettando e portando a cinque i risultati utili consecutivi dei suoi.

Dalla Curva arrivano i saluti, purtroppo dovuti ad infausti eventi, a Massimo Filippini e Carlo De Vecchis. Non solo: durante il match c’è uno scambio di convenevoli con i tifosi baresi (striscione pugliese di auguri di Buon Natale agli ultras, coro «Bari, Bari» dei bianconeri).

La partita?Poco, quasi nulla nei primi quarantacinque minuti. Aglietti riporta Bianchi (e che Bianchi!) sulla mediana, Mengoni stringe i denti e affianca come al solito Augustyn davanti a Lanni, Giorgi-Gatto-Orsolini spaziano dietro al bomber Cacia. Colantuono (per lui altro coro della Sud: «Portali al Del Duca, Colantuono portali al Del Duca», con chiaro riferimento ai suoi trascorsi rossoblù della Riviera) schiera la classe di Brienza al fianco di Maniero, ed è sua l’unica vera occasione degna dei galletti nel primo spaccato di gara.

I bianconeri fanno poco, con Mengoni che mette qualche pezza qua e là, fino a che Gatto pennella da sinistra un fendente che fluttua nell’area (e nell’aria) finché arriva sui piedi di un piceno. Lui, proprio lui, Daniele Cacia. Minuto 32’. Palla a mezz’altezza a sette metri sette da Micai. Un gioco da ragazzi, per lui, di solito. Macché. Svirgolata di mezzo stinco e palla fuori. Mani nei capelli per tanti, quasi tutti. Tanti sono rimasti con i tacchetti impigliati sul prato nel primo tempo, ma questa non può essere una scusante per il superbomber della categoria.

Ad inizio ripresa si capisce quanto Cacia sia Leader, con la «L» maiuscola, anche se in un momento di scarsa vena realizzativa. Bianchi alza la palla, Daniele vede Riccardino Orsolini mentre sfugge a Tonucci, gliela spizza di testa invece di puntare alla rete. «Orso» la impatta di sinistro, la sfera finisce fuori di un nulla. Bell’azione che dà fiducia ai bianconeri, anche se Orsolini ronaldeggia un po’ troppo e becca una mezza stecca proditoria di Daprelà che costa il rosso all’ex Brescia.

L’ «once» bianconero si rialza, per fortuna, perché se il fallo fosse stato preciso sulla gamba di Riccardino sarebbero stati guai seri. Due minuti e Cacia «diventa verde», ricordate Adriano in Inter-Udinese di qualche anno fa? Stop al bacio a settanta metri dalla porta, fuga per la vittoria, arrivo dopo aver seminato chiunque fino ad un passo dalla gloria. Micai però si frappone tra lui e la storia. Tra Cacia e gli almanacchi del calcio spettacolo. E’ solo corner.

Ed è solo palo al 65’, quando sempre Cacia, solo Cacia, ancora Cacia serve Almici. Il collo destro dal vertice dell’area è perfetto, però c’è il palo a strozzare l’urlo di gioia dell’esterno di Aglietti, che nel frattempo ha sostituito un grandioso Bianchi con Addae e Carpani con Favilli. Al minuto 73’ un’azione da manuale del calcio che porta Almici sul fondo al cross dopo un tourbillon di passaggi e movimenti, ma il colpo di testa di Orsolini è largo. Applausi, comunque.

Quando il ritmo cala, Aglietti mette Giorgi in regia. Ed è uno spettacolo. Brienza ci riprova (contrastato), Cacia svirgola nuovamente, Favilli fa il diavolo a quattro davanti all’attento spettatore Fabio Grosso, in tribuna. La legge del calcio, la più spietata, si materializza a dieci circa dal termine. Corner per i pugliesi, Tonucci svetta sui centrali piceni e manda al diavolo la superiorità numerica e la supremazia in campo. E’ gol. E’ Bari in vantaggio. E’ il materializzarsi della più storica delle leggi del calcio. Se non lo fai, lo prendi.

Nel finale è assedio, con una traversa nel traffico e qualche altra mischia. Una è risolutiva: Perez si conferma uomo dal gol di rabbia. Sale in alto, la piazza all’angolino, esulta sotto la nuova Sud, anche lui. Un punto, come si dice da queste parti «niente non è». E Buon Natale.

ASCOLI (4-4-1-1): Lanni; Almici, Augustyn, Mengoni, Felicioli; Orsolini, Bianchi (63’ Addae), Carpani (70’ Favilli), Giorgi; Gatto (82’ Perez); Cacia. A disp: Ragni, Gigliotti, Cinagla, Mignanelli, Paolini, Manari. All. Aglietti

BARI (4-3-3): Micai; Cassani, Capradossi, Tonucci, Daprelà; Fedele, Basha, Romizi (68’ Di Cesare); Brienza, Maniero (82’ Valiani), Fedato (60’ Scalera). A disp: Ichazo, Boateng, De Luca, Doumbia, Castrovilli, Yebli. All. Colantuono

ARBITRO: Baroni di Firenze (Intagliata, Colella, Volpi)

RETI: 81’ Tonucci (B), 92’ Perez (A)

NOTE: recupero 0+5’. Espulso Basha al 55’ (B) per gioco violento; ammoniti Basha (B), Bianchi (A) per gioco scorretto. Spettatori 5852.