Ascoli Piceno, 12 novembre 2011 - Confermato lo scenario delle partite che già si era delineato nel primo clamoroso filone dell’inchiesta. Si definisce invece il palcoscenico di attori e comprimari. Sarebbe questo il nuovo sviluppo della inchiesta del calcioscommesse di Cremona che vede 25 nuovi personaggi iscritti nel registro degli indagati. L’ipotesi che ritorna è quella di associazione per delinquere finalizzata a commettere illecito sportivo. Si tratta di una mezza dozzina di calciatori di serie B e Lega Pro mentre gli altri indagati sono scommettitori di varia estrazione.


Per quanto è possibile sapere (il silenzio delle fonti ufficiali è pneumatico) gli inquirenti guidati dal procuratore Roberto di Martino stanno componendo il nuovo puzzle seguendo più percorsi investigativi. Uno sarebbe legato all’ultimo interrogatorio dell’ex difensore dell’Ascoli Vittorio Micolucci. L’ordinanza del gip Guido Salvini definisce il ventottenne Micolucci "pedina stabile del sodalizio", disponibile a influenzare il risultato delle partite dell’Ascoli (squadra nella quale militava con l’altro indagato Antonio Bellavista) "con un rendimento agonistico negativo, cercando nel contempo di coinvolgere nella manipolazione corruttiva altri giocatori della medesima squadra".


Era agosto avanzato quando, in una Cremona spopolata dall’afa e dalle ferie, Micolucci era comparso davanti al procuratore di Martino. Le sue parole avrebbero fatto depositare sui verbali nuovi episodi, oltre a confermare l’incontro del primo aprile di Micolucci con il portiere del Benevento ed ex portiere della Cremonese Marco Paoloni e due personaggi legati agli scommettitori chiamati 'gli zingari'. Un gruppo mai ben definito raccolto attorno ad Almir Gegic, soprannominato a sua volta 'lo zingaro', cittadino slovacco trapiantato a Chiasso, fino a un anno fa giocatore nella squadra di casa. Contro di lui non è mai stato spiccato un mandato di cattura internazionale. Così Gegic continua a vivere e a giocare a calcio nel Canton Ticino. Ha solo cambiato squadra.

Questo mentre si attende l’esito delle rogatorie internazionli che la procura cremonese ha sollecitato in Svizzera, Germania, Croazia. I meccanismi non cambiavano. Si avvicinavano i giocatori, si affondava il colpo quando ne veniva verificata la compiacenza e una volta assicurata la manipolazione della partita si scommetteva pesantemente anche su incontri di campionati minori.