Acqua del sindaco agli occupanti: inchiesta sull’ordinanza disobbediente

Via De Maria, Merola decise l’allaccio contro le norme del piano casa

Il sindaco Virginio Merola

Il sindaco Virginio Merola

Bologna, 7 luglio 2015 - La Procura sta indagando sull’ordinanza con cui il sindaco Virginio Merola, lo scorso 23 aprile, ha disposto l’allaccio della fornitura idrica al condominio di via De Maria 5 e 7, occupato dal collettivo Social Log dal 6 marzo 2014, in cui vivono una settantina di persone. Agenti della Digos si sono presentati in Comune chiedendo la documentazione relativa al provvedimento. L’acquisizione è stata richiesta dal pm Antonello Gustapane, titolare delle indagini per la maggior parte delle occupazioni in città.

L’iniziativa del sindaco, all’epoca, fu oggetto di un’aspra disputa politica poiché, per la prima volta, veniva contraddetta la previsione dell’articolo 5 del cosiddetto ‘piano casa’, che vieta l’allaccio delle utenze nelle abitazioni occupate. Una norma che l’assessore Amelia Frascaroli aveva definito «infame». L’ordinanza era motivata con ragioni di igiene pubblica poiché nello stabile, al Comune, risultava la presenza di 22 minori di età inferiore ai 10 anni, sei neonati, tre disabili e sei anziani ultrasettantacinquenni.

L’erogazione dell’acqua era stata tolta a fine ottobre 2014 dal proprietario del palazzo, Enio Baschieri, che aveva pagato a Hera un migliaio di euro per chiudere la conduttura. Successivamente il Comune aveva inviato sacchetti di acqua potabile, fino alla discussa ordinanza. Nel frattempo, è finita in stallo l’estenuante trattativa per conferire l’immobile nel protocollo per l’emergenza abitativa. Definito l’accordo sul piano economico, il progetto si è arenato su altri aspetti: «Io al Comune ho chiesto tre cose – spiega Baschieri –: voi mi dite se vi prendete la responsabilità per la mancata idoneità degli impianti, se garantite i pur modesti pagamenti e la liberazione dell’immobile a una data predeterminata. A quel punto non si è più fatto vivo nessuno». Il palazzo, al momento, è virtualmente sotto sequestro, l’ordinanza del Gip in tal senso però non è stata ancora eseguita. Un primo tentativo della Digos è andato a vuoto lo scorso 20 maggio.

 

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