Montezemolo-Saputo: contatto rossoblù

Presto una cena tra l’ex presidente Ferrari e affezionato tifoso rossoblù e il patron canadese del Bologna

Luca Cordero di Montezemolo (Foto Ansa)

Luca Cordero di Montezemolo (Foto Ansa)

Bologna, 21 maggio 2015 - Non parleranno solo di memorie rossoblù, Joey Saputo e Luca Cordero di Montezemolo. I due si sono dati appuntamento a cena, per proseguire un discorso avviato amichevolmente. Il patron del Bologna è interessato a recuperare il contributo di passione e competenza dell’ex numero uno della Ferrari. Del resto, non è casuale il reiterato attestato di stima che proprio Saputo e Tacopina hanno manifestato nei confronti di Gazzoni Frascara, sempre rimasto in ottimi rapporti con l’avvocato.

I ricordi. Da cosa nasce cosa, si sa. E il filo delle rimembranze potrà faciliare la connessione. Montezemolo non ha mai nascosto la sua fede rossoblù, nemmeno quando le vicende professionali lo condussero (con esiti peraltro infelici, per usare un eufemismo…) al timone della Juventus. Era la stagione 1990-91, per la cronaca e per la storia.

«Ma il ricordo calcistico al quale resto più affezionato – ha sempre raccontato il diretto interessato – risale al 7 giugno del 1964. Ero un ragazzo e riuscii a trovare un biglietto per lo spareggio all’Olimpico tra l’Inter del Mago Herrera lo squadrone di Fulvio Bernardini. Due ore prima del calcio d’inizio avevo già preso posto sugli spalti e mi trovai a sedere vicino a un vecchietto che aveva un fazzoletto rossoblù al collo. Questo signore continuava a ripetere in dialetto: sprom chla fnesa, speriamo che finisca! E ancora la partita doveva iniziare. Sul 2-0 finale per noi ci abbracciammo commossi. Non ho mai più rivisto quel signore, di sicuro quel giorno io non avrei creduto che per oltre cinquant’anni il mio Bologna non avrebbe più conquistato lo scudetto…».

L’amicizia. Fa un certo effetto evocare e rievocare paradisiache emozioni, oggi che il Bologna sta in serie B e l’obiettivo immediato è rappresentato dai play off per la promozione. Ma Saputo non ha mai nascosto di coltivare grandi ambizioni, al di là delle contingenze immediate. Dunque un ritorno di Montezemolo nel ‘board’ della società (ritorno, esatto, perché l’uomo a suo tempo ricoprì la carica di vicepresidente senza deleghe operative) varrebbe quasi come biglietto da visita.

Uscito bruscamente dall’universo Fiat-Chrysler lo scorso settembre, con la rimozione dalla presidenza della Ferrari dopo quasi ventitré anni, l’avvocato ovviamente non è andato in pensione. Fa il presidente di Alitalia e il vicepresidente di Unicredit, in rappresentanza dei ricchissimi sceicchi di Abu Dhabi. Nell’ambito ‘sportivo’ ha accettato di guidare il comitato per la candidatura di Roma alla organizzazione della Olimpiade del 2024. Il Cavallino gli manca tantissimo («Sarei un bugiardo se lo negassi e mi dispiace se qualcuno in malafede osa anche solo immaginare che io non faccia più il tifo per la Rossa») e Bologna, dove torna spesso, resta casa sua, resta la città della squadra della quale sempre chiede il risultato, in qualunque angolo di mondo lo spingano le esigenze della vita. Joey Saputo tutte queste cose le sa, qualcuno ha provveduto a spiegargliele. Buona cena a tutti e due.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro