Bologna penalizzato: sui rossoblù sempre e solo olio bollente

Il commento

LA serie B, dopo il -1 al Bologna

LA serie B, dopo il -1 al Bologna

Bologna, 18 febbraio 2015 - La giustizia sportiva funziona a orologeria. Nel 2001 Sensi, che mantenne la proprietà della Roma, cedette il Palermo a Zamparini. I due club avevano fatto largo uso di plusvalenze fasulle, pratica che Gazzoni ribattezzò ‘doping amministrativo’. Il Palermo fu deferito, la Roma ne uscì indenne perché «erano scaduti i termini per adottare un qualsiasi provvedimento». Il Palermo fece ricorso e lo vinse.

Anche il reato del Bologna era finito in prescrizione: ma i giudici sono andati alla ricerca del tempo perduto e hanno penalizzato i rossoblù. Nasce così la ‘prescrizione relativa’, che ben si sposa alla ‘perentorietà relativa’, nata nei giorni di Calciopoli (2006) per consentire l’iscrizione della Reggina. Di questa mazzata fuori tempo massimo il Bologna deve ringraziare Lotito: dopo la sua sparata contro le ‘piccole’, l’amnistia al Bologna sarebbe diventato un tassello del complotto ai danni del Carpi.

Buon per i rossoblù, che sono maestri nel metabolizzare la penalizzazione. Questa è la quarta che incassa. La prima risale al 20 marzo del ’64: un punto in meno per aver fatto uso di doping, oltre alla sconfitta a tavolino nella partita incriminata, contro il Toro. E’ superfluo dire che la storia si concluse con lo spareggio dell’Olimpico, il 2-0 all’Inter e il settimo scudetto in bacheca.

La seconda stangata arrivò all’alba del campionato 1980-81, allenatore Radice. Il Bologna, colpevole l’anno prima di aver partecipato al Calcioscommesse, partì da ‘meno cinque’ e sfiorò, alla fine, un piazzamento Uefa.

La terza penalizzazione è recente, risale al 2010-2011 e scattò perché il leggendario Porcedda non pagava nessuno, figuriamoci stipendi e Irpef: tre punti (due più uno) furono sottratti alla squadra che senza presidente e senza buste paga riuscì comunque ad attrarre nuovi acquirenti e a salvarsi senza troppi affanni.

L’ultima sforbiciata alla classifica del Bologna è di ieri: via un punto, per una questione di tasse non pagate (il salvatore di Bologna 2010 che diventa carnefice) e il vantaggio sul Livorno, nella corsa alla serie A, che si dimezza: da due punti a uno.

Se fanno testo i precedenti, i rossoblù stimolati a cancellare una colpa che non è loro, daranno il meglio e marceranno più spediti di prima. Nessuno potrà dire che il Palazzo voleva il Bologna in serie A.

D’altra parte, dal famoso Palazzo sui rossoblù, dopo la guerra, non è mai caduto un solo petalo di rosa: sempre e solo olio bollente.

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