Veglia delle Palme, Caffarra ai giovani: “Ideologia gender nasconde il vero amore”

Nuovo affondo del cardinale, che ha celebrato il rito in San Petronio FOTO La benedizione

Bologna, il cardinale Caffarra benedice le palme (FotoSchicchi)

Bologna, il cardinale Caffarra benedice le palme (FotoSchicchi)

Bologna, 28 marzo 2015 - “Esiste oggi una cataratta che puo’ impedire all’occhio che vuole vedere la realtà dell’amore, di vederlo in realtà. E’ la cataratta dell’ideologia del gender che vi impedisce di vedere lo splendore della differenza sessuale: la preziosità e lo splendore della vostra femminilità e della vostra mascolinità”. Ancora non si è spenta l’eco delle polemiche per le foto blasfeme della serata ‘Venerdì credici’ al Cassero che parte un nuovo affondo del Cardinal Carlo Caffarra.

Nell’omelia della veglia delle palme (foto) di stasera in San Petronio, l’arcivescovo si è rivolto ai giovani di Bologna mettendoli in guardia sull’amore. Dopo aver benedetto i rami di ulivo in piazza Santo Stefano e guidato la processione verso piazza Maggiore, Caffarra ha detto ai giovani che il loro tesoro “più prezioso” è “il vostro cuore, quella misteriosa e grandiosa capacità di amare di cui sono dotati l’uomo e la donna”; “dal cuore esce il bene o il male compiuto dalla nostra libertà”.

Però “esiste un amore vero ed un amore falso, un amore che sembra essere tale ma è solo apparenza”. E non è facile capire la differenza. “Conoscere l’amore, cari giovani; la ‘scienza dell’amore’, cari giovani: è questa la scienza più necessaria. Ma forse molti oggi danno per scontato, quasi fosse qualcosa di spontaneo, sapere che cosa è l’amore”, ha sottolineato Caffarra.

E oggi “è come se avessero messo un velo dentro l’occhio, impedendogli di vedere la realtà come è”: c’è una “cataratta” che preclude la vista “della realtà dell’amore”. E’ appunto “la cataratta dell’ideologia del gender che vi impedisce di vedere lo splendore della differenza sessuale”.

Sempre ai giovani, Caffarra ha rivolto l‘invito “ad una discesa in profondità” nel loro cuore “per verificare quali malattie possano impedirgli di esercitare la sua capacità di amore; di percorrere la via che porta alla beatitudine di chi è puro di cuore”, ma anche per “verificare se il vostro cuore è sottomesso alla tirannia del provvisorio. Tutti i grandi e potenti mezzi della produzione del consenso tendono a farvi pensare che si è liberi nella misura in cui non si prendono impegni definitivi, incondizionati. Anzi, vi dicono una menzogna: la nostra libertà è talmente inconsistente, così fragile che è incapace di scelte definitive. Essa si trova a suo agio nel provvisorio. Non è così, cari giovani. La definitività è un’esigenza intrinseca all’amore vero; è la logica dell’amore”.

E il “per sempre” è la “più alta espressione della nostra libertà”. Infine il Cardinale ha insistito sul fatto che “la logica dell’amore gira tutta attorno all’asse del dono di se stesso, che solo a chi non ama appare dura e negativa, mentre a colui che ama pare la cosa piu’ normale”. Ma per “vivere l’amore come dono di sé alla persona amata” bisogna avere “cuore puro” cioe’ “libero, perche’ non si lascia trascinare dalla spontaneità, dal vortice di una sessualità disordinata, perché non si lascia dominare dalla tirannia del provvisorio”. Dunque, ha esortato il cardinale, “siate uomini liberi; andate controcorrente; testimoniate la verita’ dell’amore”. Infine, ha ricordato che nel dono di “se non si dona il proprio avere, ma il proprio essere. La diversità è fondamentale”.

 

Fonte Dire

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