Caffarra lascia a fine maggio. Ecco i tre nomi per Bergoglio

Nella terna i vescovi di Carpi, di Parma e l’ausiliare di Milano

Papa Francesco (OLYCOM)

Papa Francesco (OLYCOM)

Bologna, 24 marzo 2015 - L’agenda del cardinale Carlo Caffarra si ferma al 31 maggio. Qualsiasi richiesta di partecipazione o di udienza successiva a quella data pare venga cordialmente declinata. L’arcivescovo di Bologna, dopo aver presentato la rinuncia all’ufficio al Sommo Pontefice al compimento del suo 75simo anno di età nel 2013, si è impegnato con papa Bergoglio fino al prossimo primo giugno, quando compirà 77 anni. La procedura per individuare il suo successore è stata avviata da tempo e si dice essere arrivata alle tappe finali. I condizionali sono d’obbligo perché tutto il percorso è coperto dal segreto, ma la terna che sarà proposta al Santo Padre dovrebbe essere composta dai nomi di Francesco Cavina, vescovo di Carpi, l’ausiliare di Milano Paolo Martinelli e il titolare della diocesi di Parma, Enrico Solmi.

Il contributo che la congregazione dei vescovi fornisce al pontefice non è comunque vincolante e la stessa arcidiocesi di Bologna ne è un esempio. Nel dicembre del 2003, infatti, Giovanni Paolo II nominò Caffarra alla guida della curia petroniana sebbene il favorito fosse monsignor Luciano Monari, allora vescovo di Piacenza e oggi a capo della curia bresciana. Spetta sempre al Santo Padre decidere come la diocesi arriverà al primo di giugno. Potrebbe essere dichiarata vacante prima di questa scadenza e l’attuale cardinale nominato amministratore diocesano: in questo caso, stando a una prassi consolidata, sarebbe contemporaneamente annunciato anche il suo successore.

Oppure Caffarra potrebbe arrivare a scadenza e, a quel punto, spetterebbe al collegio dei consultori (otto ‘saggi’ della diocesi) individuare l’amministratore diocesano, ma i tempi si allungherebbero. Infine, esiste la possibilità che la sede sia resa vacante prima della scadenza e sempre il collegio nomini un nuovo amministratore.

Tra le riforme che Bergoglio vorrebbe apportare per rendere più snello il governo della Chiesa Cattolica vi è anche quella di ridurre al minimo il numero di vescovi in attività una volta compiuto il 75simo anno di età. Il fatto che, invece, a Caffarra nel 2013 sia stato chiesto di prolungare di altri due anni il suo mandato, è indice di stima da parte di Francesco, giudizio positivo che è rimasto invariato nonostante alcune divergenze.

Non deve neppure sorprendere l’età relativamente giovane dei tre vescovi componenti la terna. Tra le tante innovazioni, il Papa vorrebbe ristabilire la vecchia norma per cui un vescovo diventa sposo della sua diocesi, rimanendone titolare per un lungo periodo. Nessuno probabilmente arriverà ai 53 anni del cardinale Carlo Oppizzoni che dal 1802 al 1055 fu il successore di San Petronio, ma lo stesso mandato di Caffarra non ha raggiunto i 12 anni, troppo pochi stando alle intenzioni del Pontefice che vede nel vescovo un pastore che per generazioni deve accompagnare la crescita delle anime che gli sono state affidate.

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