Non si gioca con le stragi e il terrorismo

Lettera al Direttore

Bologna, 7 novembre 2017 - Sono stupito nel leggere che in Piemonte va in scena un gioco di ruolo sulle Brigate rosse gestito dall’ associazione Terre spezzate. Scopo della partita è trovare l’«ultimo covo» dove è rinchiuso il generale della Nato James Dozier, realmente rapito negli anni Ottanta. Gli organizzatori respingono le accuse di simpatia per il terrorismo. Ma non prendono le distanze a sufficienza.  Paolo Zanantoni, Piacenza

risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

Il terrorismo è un tasto che ha ancora dolorosi fronti aperti. Vedi le difficoltà che ci sono a riportare in Italia (e in carcere), il terrorista rosso Cesare Battisti rifugiato in Brasile. Uno spettacolo teatrale interpretato da attori professionisti può avere un senso. Il gioco inventato in Piemonte sugli Anni di piombo con 140 partecipanti divisi fra terroristi di destra e sinistra, poliziotti e vittime invece rischia di essere uno spot dall’esito controverso. Soprattutto quando si parla di «orrori e bestialità da ambo le parti». Gli orrori furono da una parte sola: quella dei terroristi. Lo Stato si è difeso, non aveva scelta. E per fortuna ha vinto. Banalizzare così lo scenario storico del terrorismo è scellerato. Come ha scritto ieri Gabriele Canè per i giochi lasciamo perdere Anni di piombo e terrorismo. Prima che qualcuno ci faccia giocare a Piazza Fontana o alla Strage di Bologna.  beppe.boni@ilcarlino.net

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