Bologna, 8 luglio 2013 - GIUSEPPE Guidicini nasceva a Bologna 250 anni fa, il 29 agosto 1763, l’erudito che ci ha lasciato una formidabile opera («Cose notabili della città di Bologna»), tuttora imprescindibile per chiunque intenda fare ricerca sulla storia di Bologna, sulle famiglie, sugli immobili, sull’assetto urbano.
 

DI IDEE libertarie, conseguito i titoli di pubblico ingegnere, architetto e agrimensore, gli fu naturale schierarsi con i francesi di Napoleone che avevano occupato Bologna nel giugno 1796. Partecipò sia alla fondazione della Repubblica Cispadana, sia all’assemblea che si tenne a Reggio Emilia nella quale fu decisa la scelta del tricolore. Fu poi membro della Repubblica Cisalpina. Quando nel 1799 gli austriaci rientrarono per un breve periodo a Bologna, Guidicini preferì rifugiarsi in Francia.
 

RIENTRATO a Bologna, gli fu affidato il progetto di illuminazione pubblica. Nel 1803, chiamato dal conte Ferdinando Marescalchi, nominato Ministro della neonata Repubblica Italiana, rientrò a Parigi dove ebbe un importante e delicatissimo incarico che si protrasse fino alla caduta di Napoleone.
 

DURANTE la sua permanenza a Parigi, Guidicini sposò una parigina molto più giovane di lui e che gli diede un figlio: con lei rientrò a Bologna nel 1814. Fino al momento della morte, avvenuta il 25 gennaio 1837, Guidicini si dedicò esclusivamente alla ricerca storica, indagando gli archivi (soprattutto quelli notarili), raccogliendo documenti e testi inerenti la storia, in particolare quella urbanistica.
 

PRODUSSE una grande quantità di scritti che, tuttavia, non pubblicò mai. Fu il figlio Ferdinando a pubblicare le sue opere, ma va al canonico Luigi Breventani il merito di aver curato l’opera fondamentale con utilissimi indici apportando correzioni al manoscritto. Nel 2000 sono stati pubblicati gli schizzi topografici che erano a corredo dei suoi scritti. Gli è stata intitolata una via di Bologna.
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