Bologna, 14 gennaio 2014 - Seicentocinquanta metri quadri di possibilità per il futuro. "E lo spazio potrebbe raddoppiare, se la città risponderà al nostro invito". Il padrone di casa è Salvo Mizzi (video), fondatore e project leader di Working Capital, il progetto sull’imprenditoria digitale firmato Telecom Italia. Wcap sbarca nel cuore storico di Bologna: l’appuntamento con l’innovazione è al civico 22 di via Oberdan (foto), dove a fine gennaio sarà inaugurato l’acceleratore, il quarto in Italia, dopo Milano, Roma e Catania. L’acceleratore è un luogo di lavoro e condivisione per tutti coloro che vogliono costruire il loro futuro lavorativo nelle sconfinate foreste di Internet. L’acceleratore bolognese sarà "il più bello d’Italia e forse d’Europa", dice Mizzi con orgoglio paterno. Otto grandi ambienti: dal pensatoio alla sala riunioni, passando per l’area relax. Tutto curato nei minimi dettagli per centrare la missione: trovare nuovi talenti, sostenerli e accompagnarli nella nascita e nello sviluppo (accelerati) di nuove imprese.

 

Mizzi, qual è il vostro biglietto da visita?

"A Bologna, come nelle altre tre città, metteremo a disposizione dieci finanziamenti da 25mila euro ciascuno. Ci sarà un bando e una selezione: l’anno scorso abbiamo ricevuto oltre 2.300 progetti. I dieci scelti saranno gestiti e accompagnati per tre mesi in un percorso di accelerazione coordinato da un venture capital di razza come Gianluca Dettori, fondatore di dPixel".

Perché proprio Bologna?
"Perché questa città ha tutti i requisiti per diventare uno degli hub (fulcri; ndr) dell’innovazione su scala europea. Bologna ha talenti, idee e capitale. Qui c’è un potenziale umano notevole, un’università di livello mondiale e un tessuto sociale e imprenditoriale tra i più avanzati d’Europa. Qui ci sono start-up molto interessanti e già di successo come MusiXmatch di Max Ciociola, uno dei pionieri di Internet in Italia, Balsamiq e wiMAN. Il terreno è già popolato: si tratta solo di accelerare la crescita del fenomeno".

Cos’è una start-up?
"E’ un’impresa innovativa che si basa su due aspetti: l’adozione su larga scala del digitale e l’adozione di tecnologia innovative. Si definiscono start-up quelle imprese la cui tecnologia innovativa consente una crescita rapida, preferibilmente su scala globale. Facebook e Twitter erano delle start-up".

Anche la bolognese Yoox era una start-up.
"E’ l’esempio dell’eccellenza mondiale che può esprimere questa città. Yoox è una billion dollar company (società multimiliardaria; ndr), obiettivo ultimo del mondo che noi rappresentiamo".
Con l’acceleratore pensate di trovare simili realtà di successo?
"Noi crediamo profondamente di poter trovare nuove Yoox".

Quando parte la ricerca?
"Da marzo ad aprile ci sarà il primo bando, quindi a maggio partirà la prima accelerazione che durerà tre mesi. La seconda sarà a settembre. Nel frattempo metteremo a disposizione questi spazi per tutta una serie di attività: ci sarà un’ampia disponibilità di coworking per tutti, incontri, conferenze e scambi con la città".

Dal 2009 a oggi quante start-up avete portato alla luce?
"Circa 180 e il tasso di sopravvivenza è tra il 40 e il 50%. Nell’albo veloce sono presenti 80-90 start-up che sono potenziali fornitori del gruppo".

Cos’è l’albo veloce?
"E’ un registro che rende fornitori del nostro gruppo le start-up premiate da Working Capital: in pratica, possono già lavorare con Telecom Italia. Siamo il cliente zero delle nostre start-up: i primi contratti li fanno con noi. L’albo ha un sistema di incentivazione interna: se i nostri manager scelgono una delle soluzioni delle start-up Working Capital parte dei costi vengono coperti da un budget interfunzionale creato ad hoc dal nostro amministratore delegato, Marco Patuano".

Insomma quello di via Oberdan 22 è un indirizzo da appuntare?
"Ai ragazzi di Bologna e al mondo che sta intorno alla città e alla regione chiediamo di partecipare a questo processo, di essere parte attiva di questo cambiamento e di lavorare insieme all’interno di questo spazio".

E ai grandi soggetti locali cosa chiedete?
"Stiamo dialogando con il professor Corazza, vicepresidente della Fondazione Marconi, per averli come partner. E stiamo parlando anche con l’Università. Ho già incontrato la vicepresidente della Regione, Simonetta Saliera: ci ha voluto conoscere e ha espresso grande interesse nei nostri confronti. Siamo molto interessati a una partnership con loro. Penso che verrà fuori un’ottima collaborazione".
 

Si è fatto sentire qualcuno dal Comune?
"Non ancora, ma sarebbe un grande onore per noi".

Gianmarco Marchini