Bologna, 14 marzo 2014 - Deve aver quasi avuto un mancamento il frate che, il 28 febbraio scorso, ha scoperto che tre quarti del conto corrente dell’opera salesiana di Bologna era stato svuotato. Una truffa on line, col metodo del phishing, che la Polizia postale dell’Emilia-Romagna e’ riuscita a bloccare prima che i 63.000 euro sottratti ai religiosi scomparissero.

Ad essere accusati di truffa telematica e accesso abusivo al sistema informatico sono in quattro, tre ucraini residenti a Roma e un italiano di Piacenza, disoccupato, la cui posizione e’ ancora al vaglio degli inquirenti. Si cerca di capire anche se e quale fosse il legame tra gli ucraini e l’italiano. “Ci sono persone che entrano piu’ o meno inconsapevolmente in questo giro, rispondendo a proposte di lavoro”, spiega Geo Ceccaroli, dirigente del compartimento della Polizia postale dell’Emilia-Romagna, questa mattina in conferenza stampa a Bologna.

La mattina del 28 febbraio, dunque, i salesiani si rivolgono alla Polizia postale per due bonifici sconosciuti partiti dal loro conto corrente postale due giorni prima: uno di 3.000 euro e uno da 60.000 euro. Il primo e’ stato subito intercettato dalla Postale, che ha immediatamente bloccato anche il conto corrente di Piacenza a cui era indirizzato, prima che i soldi potessero essere utilizzati. Il secondo bonifico, piu’ corposo, era invece gia’ stato suddiviso in due conti diversi (intestati agli ucraini) e 10.000 euro gia’ prelevati attraverso carte prepagate.

A un successivo tentativo di utilizzarle, le carte sono state trattenute dagli sportelli automatici delle filiali bancarie, sempre grazie all’intervento della Polizia postale. I restanti 50.000 euro erano stati prenotati in una filiale di una banca di Roma, per essere prelevati nel pomeriggio del 28 febbraio.

Gli ucraini avevano anche preparato una finta fattura dei salesiani per fantomatici lavori edili (ritrovata nella loro abitazione durante la perquisizione), per convincere il direttore della filiale a consegnare la cifra. La Polizia postale pero' e' arrivata prima, rintracciando il conto grazie alla piattaforma "Of2cen" (Online fraud cyber-center expert network). Il pm Antonella Scandellari, del pool reati informatici della Procura di Bologna, ha quindi disposto il sequestro dei 50.000 euro, che sono stati cosi' riconsegnati ai salesiani sotto le Due torri.

"Bastavano cinque-sei ore di ritardo per non recuperare piu' i soldi", sottolinea Enzo Grilli della Polizia postale, che ha seguito l'operazione. Le truffe online sono in aumento, in Italia cosi' come in Emilia-Romagna. "E' un aumento fisiologico rispetto all'enorme sviluppo dell'home banking", spiega Ceccaroli. Nel 2012 sono state 11.000 le denunce a livello nazionale, di cui 200 in Emilia-Romagna (il 2%). L'anno scorso le denunce sono salite a 13.700 (+20%), di cui 230 in regione (+14%), con cui sono stati sottratti agli utenti del web circa 600.000 euro: oltre 316.000 euro utilizzando mail e quasi 290.000 euro col malware. Proprio a Bologna fu denunciato il primo caso di phishing, nel 2005.

(Dire)