Acqua agli occupanti, il giudice non archivia Merola

Il gip a sorpresa ha disposto un'udienza il 22 settembre per sentire i pm e gli avvocati difensori

L’occupazione dell’ex  palazzo Telecom

L’occupazione dell’ex palazzo Telecom

Bologna, 30 giugno 2016 - C’è un piccolo colpo di scena nella vicenda dell’acqua data agli occupanti costata al sindaco Virginio Merola e a due assessori della passata legislatura l’accusa di abuso d’ufficio nell’inchiesta aperta l’anno scorso dalla Procura. I pm Antonello Gustapane e Antonella Scandellari avevano infatti chiuso le indagini alcuni mesi fa con una richiesta di archiviazione e il fascicolo sembrava destinato a finire in archivio senza complicazioni, soprattutto perché non c’era stata opposizione da parte di nessuno.

Invece, ecco la sorpresa: il gip Mirko Margiocco ha fissato un’udienza, che si terrà il 22 settembre, per sentire le parti, cioè i pm e gli avvocati degli indagati. Si tratta di un fatto, se non raro, quanto meno inusuale, visto che manca appunto l’opposizione delle parti offese. Il gip, evidentemente non convinto dalla richiesta della Procura, ha ritenuto di dover acquisire ulteriori elementi prima di decidere. Sotto accusa, oltre a Merola, ci sono Amelia Frascaroli, ex assessore al Welfare difesa dall’avvocato Alessandro Gamberini, e Riccardo Malagoli, ex assessore alla Casa passato alla Sicurezza nella nuova giunta. Merola e Malagoli sono difesi dall’avvocato Vittorio Manes.

Il caso era deflagrato nell’aprile e maggio 2015, quando erano state varate due ordinanze che allacciavano l’acqua ai due palazzi occupati dell’ex Telecom e di via De Maria, in palese violazione dell’articolo 5 del piano casa del Governo che lo vietava espressamente. Il sindaco aveva però, fin da subito, rivendicato quella scelta sottolineando il fine primario di dare assistenza igienico-sanitaria ai bambini e agli anziani presenti negli immobili. Le difese avevano infatti sostenuto la tesi dello stato di necessità, che faceva venir meno in reato.

Una tesi non condivisa dalla Procura, che aveva invece archiviato sul presupposto che mancava il dolo, trasmettendo peraltro gli atti ai pm della Corte dei Conti. Proprio in quest’ottica, l’avvocato Manes ritiene non necessariamente negativa la fissazione dell’udienza. Il giudice potrebbe infatti ritenere, avuto qualche chiarimento dalle parti, di aderire all’impostazione difensiva: “Confidiamo che emerga la totale insussistenza degli addebiti – dice Manes – in ragione della evidente situazione di necessità che ha determinato una scelta del tutto lecita”.

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