Bologna, al posto dell'argenteria Stefani apre il cioccolato Lindt

A breve via ai lavori nel negozio di via Clavature destinato a ospitare un negozio dell’azienda svizzera

La vendita all’asta degli oggetti dell’argenteria Stefani avvenuta nel dicembre 2015 (FotoSchicchi)

La vendita all’asta degli oggetti dell’argenteria Stefani avvenuta nel dicembre 2015 (FotoSchicchi)

Bologna, 4 ottobre 2017 - Siamo all’epilogo della storia del negozio di argenteria Stefani. Infatti, inizieranno tra poco i lavori di ristrutturazione dei locali che accoglieranno il finissimo cioccolato svizzero Lindt. I muri storici di via Clavature, di proprietà di Andrea e Susi Zaul - figli di Giovanna Stefani, sorella di Alessandro, titolare assieme alla moglie Tamara dell’antico negozio di oggettistica preziosa - saranno dati in locazione a questa altrettanto storica azienda. La Lindt fu fondata nel 1879 da Rodolphe Lindt, figlio di un farmacista bernese che, avvalendosi delle sue ricerche e sperimentazioni, riuscì a produrre con grande successo un finissimo cioccolato «che si scioglie in bocca».

Il negozio Stefani chiuse abbastanza improvvisamente dopo la morte, avvenuta nel 2012, di Tamara; il marito Alessandro era deceduto nel 2008. Dopo molte traversie, tra cui anche una vendita all’asta pubblica degli oggetti del negozio nel dicembre del 2015, finalmente si è giunti alla svolta inevitabile: una nuova attività. Questa bottega fu l’antitesi di qualsiasi sistema di produzione moderna e Alessandro Stefani, figlio di Enea che la fondò nel 1919, soleva dire, quando gli si chiedeva qualcosa sul suo lavoro: «L’orafo che dirige una bottega è come un direttore d’orchestra: deve indirizzare all’obbiettivo della rappresentazione un insieme di professionalità».

Quelle vetrine, che brillavano di pietre dure incastonate in oro e argento finemente cesellati da un gruppo di esperti artieri, cederanno il posto a un profumato cioccolato. Il negozio Stefani, non essendo mai stato ascritto tra le botteghe storiche pur essendo antico, ha così potuto cambiare genere di attività commerciale, e non sfigurerà certo nel cambiamento.

Resta comunque, per i tanti bolognesi che da generazioni si servivano per i loro anniversari, matrimoni, battesimi o qualunque evenienza importante nel celebre negozio, un po’ di malinconia nel vedere che si è chiusa una parentesi di artigianato colto della nostra città. Si apre, quindi, un futuro pieno di dolcezza e sapori nuovi.

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