Barcellona, 19 agosto 2017 - Scossi ma sani e salvi. Sono rientrati questa mattina da Barcellona i primi italiani scampati ai tragici attentati, che ieri hanno gettato nel caos il capoluogo catalano e le loro facce, come prevedibile, parlavano da sole.
Al terminal arrivi dell'aeroporto Guglielmo Marconi, infatti, fra volti tesi e lunghi abbracci con i familiari, l'atmosfera era gravida di emozioni contrastanti, in bilico tra la rabbia e un più che comprensibile sollievo. C'era chi, come Rosa, è "tornata un giorno prima del previsto" e chi, come Alessandro e Caterina, si è detto "colpito dal silenzio che nelle prime ore di stamattina riempiva le strade deserte".
La testimonianza: "Alta tensione e sirene, siamo barricati in casa"
Del resto, in molti si sono trovati davvero vicino al luogo nel quale il furgone noleggiato dagli integralisti islamici ha deragliato tragicamente sulla folla e al ristorante turco nel quale i terroristi si sono poi asserragliati. Fra questi il reggiano Kevin Ravaglia, che era "lì solo un'ora prima" e che ha definito i terroristi "gente peggiore delle bestie", e il modenese Alessandro Leo, che addirittura era "a pochi metri dal luogo del disastro solo qualche minuto prima che accadesse" e che ha raccontato di essersi poi "allontanato a piedi, a passo svelto, mentre intorno le persone correvano e non era ancora per nulla chiaro cosa stesse accadendo".
Nonostante un dramma che nessuno avrebbe voluto vivere, in molti hanno però sottolineato l'efficienza dei soccorsi e dei sistemi informativi e chiarito che, per quanto possibile, la situazione è stata gestita al meglio dalle autorità.
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