Bologna, il cimitero ebraico di via Orfeo / FOTO

E' il più grande cimitero medievale finora noto in Italia con 408 sepolture

Cimitero ebraico di via Orfeo, l’area di scavo

Cimitero ebraico di via Orfeo, l’area di scavo

Bologna, 7 novembre 2017 - Questo luogo di sepoltura ha un’importanza storico-culturale inimitabile ed è la più vasta area mai indagata in città, testimone di eventi cruciali avvenuti a Bologna tra il XIV e il XVI secolo. Per 176 anni questo luogo è stato adibito alla sepoltura degli ebrei bolognesi fino a quando due bolle papali, nella seconda metà del Cinquecento, autorizzarono la distruzione dei cimiteri ebraici, lasciando a questo luogo il semplice toponimo “Orto degli ebrei” e poca dignità.

Quando, poi, tra il 2012 e il 2014, l’area è stata oggetto di uno scavo per un cantiere edile, i resti del cimitero ebraico sono tornati alla luce. Un tesoro inestimabile che comprende, anche, molti elementi personali dei defunti sopravvissuti ai secoli, tra cui pezzi d’oro, argento, bronzo, pietre dure e ambra. Ora il più grande cimitero ebraico medievale finora noto in Italia con le sue 408 sepolture.

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Un gruppo di lavoro, formato dalla Soprintendenza archeologica di Belle Arti e Paesaggio di Bologna, l’Università di Bologna e la comunità ebraica cittadina, insieme ad alcuni ricercatori indipendenti, cercherà di ricostruire le vicende storiche del sito dal Cinquecento ad oggi, grazie anche al contributo del Comune. Si tratta, infatti, di un preziosissimo recupero della memoria e della valorizzazione del patrimonio culturale ebraico.

Il terreno fu acquistato, secondo fonti archivistiche, nel 1393 dalla famiglia ebraica dei Da Orvieto per, poi, essere donato agli ebrei bolognesi ad uso cimiteriale. Così fu fino al 1569, quando l’emanazione di due Bolle papali condannò le persone di religione ebraica ad abbandonare le città dello Stato Pontificio e una ‘damnatio memoriae’ che ne eliminasse ogni traccia. Inoltre, quando fu emesso il Breve del 28 novembre 1568, Pio V donò il suolo alle suore di San Pietro Martire a cui fu concessa, anche, la facoltà di disseppellire i defunti e fare dei resti qualsiasi cosa. Proprio in questo monastero, nella stretta area tra via Orfeo, via de’ Buttieri, via Borgolocchi e via Santo Stefano. negli ultimi anni, è stato rinvenuto il sepolcreto, con ben 150 tombe evidentemente manomesse senza traccia delle lapidi e senza il nome dei defunti. È, infatti, probabile che le lapidi esposte al Museo Civico Medievale bolognese provengano proprio da questo sito.

Affinchè il luogo venga studiato e analizzato al meglio verrà confrontato con altri cimiteri ebraici in Inghilterra, Francia e Spagna, come verranno esaminati i gioielli rinvenuti. È un pezzo di memoria inestimabile atto anche a sollecitare una cittadinanza attiva e partecipata.

Un’ultima curiosità : le sepolture rinvenute, a inumazione, sono disposte in file perfettamente parallele con le fosse orientate da est a ovest e il capo del defunto verso occidente.

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