Medicina, incidente mortale. I testimoni: "Impatto violentissimo"

Un soccorritore: "Vetri e paraurti dappertutto. Tra le urla della gente"

I soccorsi a Medicina (foto Radogna)

I soccorsi a Medicina (foto Radogna)

Medicina (Bologna), 22 maggio 2017 - "Mi sono aggrappata al mio sedile così forte che per poco ho strappato via pezzi di tessuto con le mie mani. Il rumore che ho sentito in lontananza sembrava quello di una bomba. Lo schianto fra le due auto è stato fortissimo. E poi ricordo soltanto un forte odore di benzina". Così descrive la sequenza drammatica dello schianto di Medicina una dei testimoni che, a distanza di cento metri, stava viaggiando sul sedile posteriore di un’utilitaria guidata dal marito e con a bordo il figlio.

Il bilancio è tragico: sono morti i due occupanti della Renault Clio che stava procedendo in direzione Ganzanigo: Paolo Busardò, 53 anni di Loiano, e Nadia Carloni, 60 anni residente a Bologna. Dalla direzione opposta, ossia verso il mare, arrivava una Volkswagen Passat targata Romania: a bordo c'erano Joan Mihai Moronga, 49 anni, romeno domiciliato a Sesto Imolese, che è morto sul colpo, e la compagna connazionale di 38 anni, residente a Bologna, che era seduta a fianco è stata trasportata al Maggiore in elisoccorso ed è grave.

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Terribile lo scenario che si sono trovati di fronte i soccorritori: il violento impatto ha distrutto le due auto. Delle macchine non era rimasto che un groviglio di lamiere. I detriti rimasti sulla strada testimoniavano in modo evidente e tagliente la drammaticità dell’incidente: fra i rottami dei due mezzi, alcuni effetti personali delle tre persone morte nello scontro. "Tra questi, una scarpa da ginnastica, probabilmente di Paolo Busardò – racconta un soccorritore – di un verde acceso, impossibile da non notare in mezzo ai pezzi della Passat e della Clio squarciati dall’incidente".

"L'unica superstite - continua -, la ragazza romena, è stata estratta dalle lamiere che era cosciente ma così sotto choc da non accorgersi che il suo compagno era morto. Continuava a parlargli come se fosse ancora in vita. Abbiamo provato a mantenerla cosciente prima dell’arrivo dei soccorsi, ma è svenuta". Un altro dei soccorritori racconta: "L’aria era satura di carburante ed era piena di urla di chi correva per cercare di salvare la vita a uno degli automobilisti. La parte anteriore della Clio non c’era più. Dove prima c’erano campi coltivati, ora si vedevano solo pezzi di paraurti e vetri dappertutto".

E' stata ferita, anche se in modo più lieve, anche la passeggera della moto, una Yamaha 600, che pare la Passat avesse provato a superare. La donna, 36 anni, è stata portata al pronto soccorso dell'ospedale di Imola.

Non è certo la prima volta che la San Vitale è teatro di incidenti mortali: molte le polemiche sulla velocità di molti mezzi lungo la strada ad alto scorrimento. Anche in questo caso, la procura ha stabilito l'esame autoptico sulle salme e perizie per stabilire proprio la velocità, l'eventuale esecuzione di manovre errate e vietate e il tasso alcolemico dei conducenti.

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