Bologna, allarme sicurezza in Montagnola. Ecco il patto anti spaccio

Il pugno duro del prefetto Piantedosi: divieto di stazionamento per chi ha commesso alcuni reati tra i quali spiccano quelli legati alla droga

Scene abituali di spaccio in Montagnola

Scene abituali di spaccio in Montagnola

Bologna, 8 dicembre 2017 - Tecnicamente non si tratta di un Daspo da stadio, un allontamento a chilometri dal luogo in cui si delinque. Ma ci andiamo vicini: nelle more dell’aspro decreto Minniti, che rivede in maniera puntuale tutto il modo di affrontare la sicurezza urbana, da ieri è in vigore un’ordinanza contingibile e urgente emessa dal prefetto Matteo Piantedosi, sentito il sindaco Virginio Merola, che istituisce il divieto di stazionamento nell’area della Montagnola per cui ha commesso alcuni reati tra i quali spicca quello di spaccio, piaga che da tempo affligge l’ampio spazio verde tra la stazione e piazza Otto Agosto.

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L’ordinanza è in vigore da ieri e il divieto è valido per sei mesi. Si tratta sostanzialmente di un tentativo concreto e vista l’urgenza, temporaneo – in attesa che il pacchetto Minniti vada a regime e che si modifichi quindi il regolamento di polizia urbana per emettere i Daspo, quelli sì, urbani – di restituire un po’ di pace al parco, rinnovandone la fruibilità e alleggerendone la pressione dopo svariati fatti di cronaca, compresa la doppia aggressione a un inviato della trasmissione tv ‘Striscia la Notizia’. Una Montagnola dove il presidio delle forze dell’ordine più massiccio convive con una perdurante percezione di insicurezza da parte della cittadinanza. E che va a meritare il triste primato, un provvedimento nuovo che si pone come importante e pesante precedente.

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Ma cosa accadrà nel concreto? Se una pattuglia, anche di vigili urbani, durante un controllo a un capannello verificherà la presenza di un individuo denunciato per spaccio tre mesi fa in Montagnola, lo porterà fuori dall’area per notificargli l’ordinanza. Una sorta di avvertimento, perché se la persona in questione dovesse essere ripescata all’interno del parco allora verrà denunciata ai sensi dell’articolo 650 del codice penale (Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità), che prevede l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro (se il fatto non costituisce un più grave reato). È chiaro poi che ai casi specifici, in presenza di comprovata pericolosità, potranno essere applicate misure come il divieto di dimora che emette la Questura. Ma siamo nell’alveo della casistica, l’efficacia dell’ordinanza anti-spaccio verrà valutata nelle prossime settimane.

Il provvedimento, come detto, è stato condiviso da Palazzo d’Accursio. «Condivido la decisione del prefetto di firmare un’ordinanza ad hoc per garantire più sicurezza all’interno del parco della Montagnola – dichiara in una nota il sindaco Virginio Merola –. Si tratta di uno strumento che si aggiunge all’impegno straordinario già messo in campo dalle forze dell’ordine e dalla polizia municipale, affinché la Montagnola torni a essere un luogo sicuro e accogliente per tutti coloro che frequentano le scuole e le attività all’interno del parco rispettando gli altri».

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