Bologna, 20 gennaio 2017 – Faceva l’oste, ultimamente, Paolo Stanzani, scomparso ieri all’età di 80 anni. Un grazioso b&b di famiglia, a Calderara: La locanda del Toro. Apparentemente anonima, se non fosse per i cimeli che conserva, e che attirano la curiosità dei clienti. ‘La proprietà è di un noto ‘ing’ che ha lavorato per anni in Lamborghini – spiega estasiato uno degli ultimi commentatori su Tripadvisor –. C’è un angolo lettura con credenze piene di libri di auto da corsa e modellini...’. Il bello della spontaneità: quel ‘noto ing’ altri non è che l’uomo che più di tutti – in buona compagnia di Ferruccio e di Gian Paolo Dallara – ha fatto la storia e costruito il mito della Lamborghini.
Basti pensare alla Miura, di cui Stanzani – bolognese, classe ’36, laureato all’Alma Mater – è stato il papà insieme con Dallara e il designer Marcello Gandini. Era il 1966, la Lamborghini, nata da tre anni, era quella che oggi diremmo una startup. I tre progettisti pensavano alle auto da corsa, ma a Ferruccio non piacevano. La via di mezzo fu una supercar su strada, fortemente ispirata alle sportive.
La Miura esordì al Salone di Ginevra e fu un fulmine che segnò le sorti dell’azienda e stravolse il settore delle supercar nel mondo. Dici Miura oggi, e chi era adolescente negli anni ’70 e ’80 sgrana gli occhi sognante. Stanzani però, non si fermò lì. Il futuro del Toro negli anni dopo, anzi, è sempre più nelle sue mani. Sono i primi anni ’70: c’è da pensare l’erede della Miura e, come se non fosse già abbastanza complicato, a Stanzani tocca prendere le redini dello stabilimento dopo l’addio di Dallara. L’ingegnere si butta nel lavoro e progetta, per la prima volta da solo, un modello di auto.
È la Countach: un altro caposaldo del settore supercar, con oltre duemila esemplari venduti. Stanzani, però, nel frattempo è già altrove. Ha lasciato la Lamborghini dopo l’addio del fondatore Ferruccio. Lavora alla Bmw turbo, mette al mondo, nel 1991, la Bugatti Eb110 e, per non farsi mancare nulla, a 55 anni debutta in Formula 1 come pilota della Dallara. In F1 rimarrà poi fino al 1995, nel team della Minardi. La terza vita è la Copernergy, una società di impianti di produzione di energia rinnovabile. Non è l’unica fuga dalle auto, però.
Quella più eclatante è del 1975. Stanzani ha appena lasciato la Lamborghini. L’Alfa lo corteggia: lo vorrebbe direttore dello storico stabilimento di Pomigliano d’Arco. Lui rifiuta e si butta a capofitto nella progettazione della diga di Ridracoli, vicino Forlì. L’ultima apparizione è l’anno scorso. L’ingegnere partecipa ai festeggiamenti per i 50 anni della Miura organizzati da Lamborghini, il primo e forse unico amore. È toccato a loro ad annunciarne la scomparsa, ieri: “La sua visione, il suo genio creativo e il suo approccio pionieristico ai progetti – è il commiato della casa del Toro –, sono tuttora fonte di ispirazione per la Lamborghini di oggi”. Come potrebbe non essere vero?
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